CENTRO-ANTI-BLASFEMIA

ARTICOLI CHE PARLANO DI OPERE CONTRO LA FEDE CRISTIANA E ARTICOLI CHE DIFENDONO LA FEDE CRISTIANA.

giovedì 16 agosto 2012

MARIA DI NAZARETH: IL FLM DI GIACOMO CAMPIOTTI CHE FALSIFICA E DISSACRA I VANGELI

---------------------------------------------------- MARIA DI NAZARETH: IL FLM DI GIACOMO CAMPIOTTI CHE FALSIFICA E DISSACRA I VANGELI DAL CENTRO ANTI-BLASFEMIA --------------------------------------------------------------------------------------------------- MARIA DI NAZARETH RAI 1 UNA VERGOGNOSA FARSA NEO-PAGANA. ABUSO DELLA CRDULITA' POPOLARE Il 31 Marzo dall'Agenzia AdnKronos ho appreso la notizia che su Rai 1 sarebbe stato trasmesso, diviso in 2 puntare, un film dedicato alla Vergine Maria e, dato anche il fondamentale momento Liturgico della Settimana Santa, sono stato rallegrato dalla notizia ed ho preso nota in agenda. Non guardo spesso la TV, tuttavia visto che il comunicato diramato da AdnKronos descriveva il film con la seguente frase: "dal Vangelo al piccolo schermo, a Pasqua Maria di Nazaret su Rai1" [1], ho pensato fosse una notizia vera, insomma una fonte certa. Nello stesso comunicato, la nota Agenzia riportava le parole del produttore della miniserie, Ettore Bernabei, ossia : ''E' un'opera fatta prendendo dai Vangeli, per quanto riguarda la vita di Maria, tutte le documentazioni storiche". Ho visto il film e sono rimasto allibito, scettico ed inorridito. Certo, fa molto piacere che circa 8 milioni di italiani, secondo quanto riporta l'Auditel, abbiano optato ... ... per la visione di un film "religioso" piuttosto che per qualche altra trasmissione di certo non edificante, ciò nonostante è davvero triste vedere come si possa speculare anche sulla Santa figura della Madre di tutti noi e di Colei che è l'Addolorata. Anzitutto di fonti storiche ho rilevato ben poco, anzi una quasi totale assenza di verità, mescolata con molta confusione e farcita di alcuni sporadici riferimenti tratti da testi non ufficiali, detti "apocrifi" ed anche probabilmente "valtortiani". La fiction presenta una Maddalena che non è quella dei Vangeli, fa confusione inoltre fra la "peccatrice" che irrompe durante il banchetto ed unge i piedi al Signore, asciugandoli successivamente con i propri capelli: "Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato". (Luca7,36-38) e Maria Maddalena, tale perché di Màgdala, che può essere definita addirittura una iso-apostola, che è festeggiata dalla Chiesa cattolica il giorno 22 Luglio e che fu una delle principali "benefattrici di Gesù e degli Apostoli": "C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni". (Luca 8,2-3) Fu proprio questa Maria, di Màgdala, che seguì il Signore nel Suo viaggio a Gerusalemme ed assistette successivamente alla truce Crocefissione: " Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala". (Giovanni 19,25) La Chiesa latina era solita accomunare nella liturgia le tre distinte donne di cui parla il Vangelo e che la liturgia greca commemora separatamente: Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta, l'innominata peccatrice "cui molto è stato perdonato perché molto ha amato", e Maria Maddalena o di Magdala, l'ossessa miracolata da Gesù, che ella seguì e assistette con le altre donne fino alla crocifissione ed ebbe il privilegio di vedere risorto. L'identificazione delle tre donne è stata facilitata dal nome Maria comune almeno a due e dalla sentenza di S. Gregorio Magno che vide indicata in tutti i passi evangelici una sola e medesima donna. L'ignota peccatrice, che per la contrizione perfetta ha meritato il perdono dei peccati, è distinta dalla Maddalena, ben conosciuta, che segue costantemente il Maestro dalla Galilea alla Giudea, fino ai piedi della croce e il cui ardente amore Gesù premia nel giorno della Risurrezione. Ella è inconfondibilmente "presso la croce di Gesù", poi in veglia amorosa "seduta di fronte al sepolcro", infine, all'alba del nuovo giorno è la prima a recarsi di nuovo al sepolcro, dove ella rivede e riconosce il Cristo risorto da morte. [2] C'è poi anche molta confusione con la donna "adultera salvata dalla lapidazione": "Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei»". (Giovanni 8,1-7) Queste sottigliezze, comunque, poco importano dato che c'è confusione e ci sono varie versioni (comunque nel 1969 il Vaticano ha chiarito tutto) ... ma tutto il resto ????? Una Maddalena (?) amica di infanzia della Vergine Maria, una cooperatrice di Erodiade, una messalina al soldo di Erode il "grande" e successivamente di Erode Antipa ... insomma una non Maddalena evangelica. Ma a quali Vangeli faceva riferimento Ettore Bernabei? A quelli VERI od a qualche stralcio preso qua e là fra gli "apocrifi", quelli non veritieri della Valtorta (mi sembra) il tutto in salsa romanzata / totalmente inventata ed a tratti blasfema? Una Vergine Maria inespressiva, mai in preghiera e presentata al pubblico come una monotona e sorridente pensatrice finanche nel momento dell'Annunciazione. Un donna che, addirittura, discorrendo con i genitori manifestava incertezza nei riguardi di Giuseppe, il "castissimo sposo", optando per la ricerca di un ulteriore "uomo buono disposto a prenderla in moglie" altrove. CHE CERCAVA UN COMPAGNO? "Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio»". (Luca1,26.37) Per non parlare della figura di San Giuseppe, presentato davvero male e tante altre bestialità! Fino al momento più pagano del film: un Gesù tentato dal demonio che, nella fiction, viene presentato al pubblico su un monte presso il Giordano, assolutamente non sofferente e ... orante in posizione YOGA !!! "Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo». Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: «Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato". (Luca4,1-13) Guardi, caro signor Bernabei, io non so quali fossero le sue intenzioni e non so neanche se l'Agenzia AdnKronos ha detto il vero, ma le consiglio - con tutto il cuore - di evitare di speculare ulteriormente sulla Sacralità di alcune Personalità proprie della Tradizione e della Pietà cristiana. Lei, Lux Vide, Rai Fiction, BetaFilm, Tellux, Bayerischer Rundfunk e Telecinco Cinema dovreste scusarvi con noi cattolici, unitamente all'attrice Alissa Jung che si è prestata a questa farsa neo-pagana. Carlo Di Pietro (Ha scritto e pubblicato clicca qui) Note: [1] http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Dal-Vangelo-al-piccolo-schermo-a-Pasqua-Maria-di-Nazaret-su-Rai1_313152335061.html [2] http://www.santiebeati.it/dettaglio/23600 http://www.pontifex.roma.it/index.php/editoriale/spettacolo/11236-maria-di-nazareth-su-rai1-una-vergognosa-farsa-neo-pagana-abuso-della-credulita-popolare Vedi anche: http://angolodicielo.altervista.org/phpbb/musica-cinema-e-tv/maria-di-nazareth-fiction-televisiva-rai-uno-t4102.html --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- MARIA DI NAZARETH FILM Co-produzione Rai Fiction, Lux Vide, BetaFilm, Tellux, Bayerischer Rundfunk e Telecinco Cinema Prodotta da Matilde e Luca Bernabei Regia di Giacomo Campiotti Soggetto e sceneggiatura di Francesco Arlanch Nel cast Alissa Jung nei panni di Maria di Nazaret, Paz Vega in quelli di Maria Maddalena e Andreas Pietschmann nel ruolo di Gesù; inoltre Antonia Liskova (Erodiade), Thomas Trabacchi (Joazar), Luca Marinelli (Giuseppe), Andrea Giordana (Erode), Roberto Citran (Gioacchino), Marco Foschi (Giovanni Battista), Johannes Brandrup (Erode Antipa), Antonella Attili (Anna), Sergio Muñiz (Antipatro), Mariano Rigillo (Simeone), Marco Messeri (Zaccaria), Teresa Acerbis (Elisabetta), Marco Rulli (Giovanni), Tony Laudadio (Pietro), Nikolai Kinski (Giuda), Alice Bellagamba (Salomè) e Remo Girone (Ponzio Pilato). -------------------------------------------------------------------------- TRAMA PARTE I Il popolo attende un liberatore dall’oppressione di Roma e dalla dissolutezza del potere di Erode, ma il Messia avrà un volto diverso da quello atteso da Israele. Un angelo ha annunciato a Maria (Alissa Jung) che partorirà con l’intervento dello Spirito Santo il figlio di Dio, ma la ragazza è sposa promessa di Giuseppe (Luca Marinelli) che sbigottito la ripudia. Mentre Maria si affida totalmente al mistero, la sua amica Maddalena (Paz Vega) lascia il villaggio dopo aver assistito impotente alla lapidazione di sua madre, accusata di adulterio. Indotta a rinunciare ad ogni scrupolo dalla perfida Erodiade (Antonia Liskova), Maddalena accetta di perdere la sua innocenza per diventare una delle cortigiane della reggia di Erode (Andrea Giordana). Maria la incontra a Gerusalemme, ma le vite delle due donne sono ormai separate, nonostante l’affetto che le lega. La bellezza di Maddalena diventa lo strumento per le trame di potere di Erodiade, che la usa per far accusare ingiustamente Antipatro (Sergio Muñiz), antagonista del suo sposo nella successione al trono. Intanto Maria fa visita alla cugina Elisabetta che tutti credevano ormai sterile e che invece darà alla luce Giovanni il Battista. Giuseppe, illuminato nella sua umile fede, decide di tenere con sé Maria già incinta. I due si sposano ma il censimento li obbliga a partire per Betlemme, paese originario di Giuseppe. Qui nasce Gesù: i pastori e i Magi lo adorano come il Messia. Quando ad Erode arrivano le voci della nascita del bambino, il re istigato da Erodiade scatena la strage degli innocenti. Mentre Maddalena trova conforto alla solitudine del palazzo fra le braccia di Joazar (Thomas Trabacchi), Giuseppe, Maria e il bambino fuggono in Egitto e ritorneranno a Nazaret solo tre anni dopo, alla morte del sovrano sanguinario. TRAMA PARTE II Trent’anni dopo. Erode ha intuito gli intrighi di Erodiade e prima di morire ha cambiato il testamento che favorisce l’altro figlio, Erode Antipa (Johannes Brandrup) ma la donna non si fa scrupolo di diventarne presto l’amante. Ormai uomo, Gesù (Andreas Pietschmann) inizia la sua vita pubblica e, assecondando la richiesta di sua madre, compie il suo primo miracolo alle nozze di Cana. Poco dopo, con la complicità di Maddalena, Erodiade riesce a far arrestare Giovanni il Battista (Marco Foschi), il profeta che si era scagliato contro la corruzione della corte. Giovanni indica in Gesù il Messia, ma muore a causa della cieca lussuria di Erode Antipa che ne ha promesso la testa a Salomè, appositamente istruita da Erodiade. Intanto anche Gesù con la sua predicazione corre molti rischi e Maria è indotta dai suoi parenti a suggerirgli maggiore prudenza. Il senso di colpa per la morte di Giovanni apre nel cuore di Maddalena uno spiraglio di luce che la spinge a rigettare quel mondo di perdizione. La donna scappa e torna a Nazaret ma viene accusata di adulterio da Joazar che l’ha raggiunta in Galilea. Quando sta per venire lapidata Gesù interviene e la salva. Per Maddalena si apre una nuova vita: è lei ad ungere i piedi del Messia con profumo e lacrime. Maria coglie nella morte del Battista il segno anticipatore della sorte del figlio: decide di seguirlo insieme agli altri discepoli e in mezzo a loro riabbraccia finalmente Maddalena. Ormai il tempo si fa breve. Quando Gesù entra a Gerusalemme l’inizio della sua passione è vicino. Sotto lo sguardo commosso e fedele delle due donne che più l’hanno amato, Gesù viene messo in croce. Ai suoi piedi, Maria rivive il momento dell’annunciazione e così, quando al sepolcro Maddalena è la prima testimone della resurrezione di Gesù, la Madre ancora una volta può dire sì, io credo. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Note di sceneggiatura di Francesco Arlanch Maria è un film su una grande amicizia fra due donne, Maria e Maddalena. L’idea di realizzare una miniserie televisiva su un personaggio come la madre di Gesù appariva, all’inizio del lavoro sulla sceneggiatura, tanto ambiziosa da sfiorare l’azzardo: come “inquadrare” una simile figura? Dopo molte riflessioni si è deciso di privilegiare l’aspetto per cui Maria è “amica”. Amica di Dio. E, dunque, amica di ogni donna e di ogni uomo. Da qui è nata l’idea di intrecciare la sua storia con quella di…un’amica: Maddalena. Personaggio evangelico, questo, nel quale – con licenza poetica spesso avvalorata da antiche tradizioni di devozione e di rappresentazione artistica – sono state fatte confluire diverse figure di donne del Vangelo (l’adultera che Gesù salva dalla lapidazione; la peccatrice che con le proprie lacrime lava i piedi di Gesù; la donna liberata “dai sette demoni”, presente sotto la croce insieme a Gesù e fra i primi testimoni della Resurrezione). Il personaggio di Maddalena è stato inoltre “arricchito” di un’inedita back story: una giovanile amicizia con Maria. Nella libera ricostruzione del film, un evento tragico – la lapidazione per adulterio della madre di Maddalena – separa le due giovani amiche. Un evento provvidenziale – Gesù salva Maddalena dalla lapidazione per adulterio – le riunirà. Fra i due eventi si snoda la storia del loro rapporto, che – come ogni amicizia – vedrà momenti di vicinanza e di lontananza, di abbracci e di litigi, di lacrime e di sorrisi. La scelta di inquadrare il personaggio di Maria attraverso una storia di amicizia con Maddalena ha permesso di sciogliere due importanti nodi. Il primo: a quali fonti ispirarsi? Da un lato il Vangelo dedica alla madre di Gesù versetti densissimi, ma estremamente sintetici. Dall’altro la letteratura apocrifa (dai vangeli apocrifi fino ai numerosi romanzi e film che hanno ripreso la storia di Maria) è sovrabbondante, ed eccessivamente romanzesca. Il desiderio era quello di offrire allo spettatore un’esperienza il più possibile “autentica”. Il personaggio di Maddalena – alla quale il Vangelo dedica meno di un versetto – ha permesso di risolvere il problema. Mentre nella vicenda di Maria ci si è attenuti il più fedelmente possibile ai passi evangelici, in quella – parallela – riguardante Maddalena c’è stato lo spazio per una maggiore libertà romanzesca. Ma il secondo nodo da sciogliere era ancora più ostico. Tutte le storie parlano della stessa cosa: del desiderio di colmare una mancanza. Per questo ci emozionano ed empatizziamo con i protagonisti, perché siamo tutti, sempre, alle prese con la medesima aspirazione: colmare le nostre mancanze. C’era dunque una difficoltà molto concreta nello scrivere una sceneggiatura su Maria: cosa desiderava colmare una donna piena di grazia? Con quali mancanze era alle prese una donna non intaccata dal peccato originale? L’esplorazione del personaggio di Maddalena ha permesso di trovare una risposta a queste domande: Maria non aveva mancanze, tranne una,la preoccupazione per le mancanze dell’intera umanità, che nella miniserie sono esemplificate dal personaggio di Maddalena. Questa donna, come Eva – e come ognuno di noi – è in bilico fra l’amicizia di Maria e le seduzioni dell’immortale tentatore, il serpente dell’Eden che, nel film, assume le sembianze di Erodiade. Il personaggio storico di Erodiade – con un’altra licenza poetica – è stato accresciuto per assurgere al difficile ruolo di antagonista di Maria e, dunque, oppositrice del disegno divino che attraverso di lei va dispiegandosi. Maria è un film su una grande amicizia. Una grande amicizia fra due donne, Maria e Maddalena. Una grande amicizia minacciata dalle trame di una terza donna, Erodiade. E, in questa storia di amicizia minacciata, si vede, in filigrana, la storia di un’altra amicizia: quella fra Dio e ognuno di noi. Note di regia di Giacomo Campiotti Ho cercato di fare del mio meglio per realizzare la storia più antica e semplice del mondo, quella di una madre e di un figlio. La magia dell’attesa e la gioia del primo incontro, la dedizione totale, l’amore sconfinato e, con l’andare degli anni, la necessità del distacco. Ma nella nostra storia questo percorso naturale è portato ad un estremo dove nessuno era mai arrivato. Perché questa volta la madre è lei, Maria. La donna che Dio sceglie per essere la madre di Suo figlio. E il figlio è Gesù. Maria accetta con umiltà il mistero di questa missione d’amore che fin dall’inizio le si presenta difficile, e la compie in salita, passo dopo passo fino a comprendere che per lei distaccarsi dal figlio significa lasciarlo andare verso la Croce. Ecco, nella nostra storia di Maria ho cercato di coniugare questi due aspetti: la semplicità dell’amore umano che meglio conosciamo e il Mistero più alto che ci possiamo immaginare. Maria è qui in mezzo… Ho quindi cercato di non mettere Maria sul piedistallo come una statuina ma neanche levarle quella profonda Consapevolezza e Fede che l’accompagnano in ogni passo della “sua “ via crucis. È stato per me un grande privilegio lavorare a questo progetto. Per prepararmi ho letto di fila i quattro Vangeli e sono rimasto folgorato dalla loro potenza e chiarezza. Per avvicinarmi ancora di più a Maria mi sono affidato alle grandi mistiche Anna Katharina Emmerick e Maria Valtorta. Le loro visioni e i relativi racconti hanno risuonato in me molto più dei vari saggi storici o teologici che anche ho letto. Le immagini più intense che ho cercato di realizzare nel film le ho prese da loro… Scegliere il cast di questo film era delicato e difficile, anche perchè tutti hanno una propria idea di Maria. Abbiamo fatto il cast a Roma, Parigi, Londra, Berlino. Ho visto un provino che un’ attrice tedesca si era fatta da sola davanti al computer, perchè in quel momento era ad Haiti, credo per una missione umanitaria. Il filmato trasmetteva una grande pace. Sono rimasto colpito. L’abbiamo chiamata a Roma, effettivamente non aveva quasi niente in comune con la Maria che mi ero immaginato, ma quando le ho fatto il provino ho subito sentito che era lei, Alissa Jung, l’attrice che stavo cercando. Lavorando con lei Maria sarebbe diventata una donna vera, umile ma anche forte, profonda e consapevole. Alissa nella vita ha due figli e questa “conoscenza materna” dona a Maria una dolcezza quotidiana mai melensa che ci conduce per mano nella prima parte del film. È invece il suo terribile dolore in lotta con la Speranza della Fede che riempie lo schermo nella seconda parte. Paz Vega è una perfetta Maddalena. Bella, sexy, leggera… ma che al momento giusto trova i toni profondi per raccontare il buio del dramma umano. È il personaggio più vicino a noi, che cerchiamo nel mondo la via facile per raggiungere quello che pensiamo sia la felicità: la ricchezza, i piaceri, il potere. E così, dai piccoli compromessi arriviamo a quelli sempre più grandi che prima o poi ci porteranno ad un amaro risveglio. Maddalena scopre di aver buttato la sua vita. Ha perso anche l’ultimo briciolo di dignità e diventa una prostituta. È disperata, senza speranza, pronta a morire. Ed in questo momento incontra Gesù. Che le salva la vita e, proprio con l’aiuto di Maria, le ridona speranza e nuova luce. Questo è un messaggio potente che passa nel film. Ognuno di noi, anche la persona più invischiata e disperata può in ogni momento, con un sincero cambiamento, ritrovare la Luce. Antonia Liskova ha generosamente dato vita alla diabolica Erodiade. Granitica nella sua malvagità, Erodiade era un personaggio difficile da rendere interessante e sfaccettato. Antonia l’ha resa terribile ma anche sottile e suadente, donandole il fascino che il Male spesso possiede. Come e dove trovare Gesù? Incontri… provini… niente! Poi un giorno, a Berlino durante il cast per Giuseppe, è arrivato Andreas. Destabilizzando la casting, gli ho subito proposto di cambiare personaggio e abbiamo provato insieme il discorso della montagna, “ le Beatitudini”. E nei suoi occhi ho trovato la dolcezza e la forza dell’Amore che cercavamo per Gesù. Luca Marinelli è un bravissimo attore. Porta finalmente sullo schermo, con empatia e naturalezza, un Giuseppe giovane, cosciente della propria scelta. È stato un piacere lavorare con lui. Con lui, con Alissa, Paz e Andreas, siamo entrati profondamente nei personaggi, consapevoli della grande responsabilità di questo film. Sul set in Tunisia nel corso delle otto settimane di ripresa c’era la solita gran confusione, alimentata anche dalle almeno quattro lingue diverse (arabo, francese, italiano, inglese… più spagnolo e vari dialetti arabi). Ma posso dire che tra me e gli attori c’è sempre stata una concentrazione e una comunicazione speciale. Non si sono risparmiati nulla. Andreas nella via crucis ha voluto trascinare la vera pesantissima croce di legno massiccio, e nella scena della crocifissione non ha voluto essere sostituito dallo stunt nemmeno per le inquadrature in campo lungo. Paz nei pochi giorni liberi ha provato e riprovato le coreografie del ballo. Alissa non ha avuto nemmeno un giorno libero e sul set ha veramente esercitato la Santa Pazienza (soprattutto con il velo!). Tutti hanno spesso rinunciato ad una parte delle loro ore contrattuali di riposo… Siamo però stati ripagati da tante piccole grandi cose che sono capitate sul set. Una per tutte il sorriso di Gesù appena nato. Vorrei ricordare anche gli altri attori che hanno generosamente arricchito il film con i loro volti . Andrea Giordana, un Erode incisivo e mai banale, Marco Foschi un potente e ispirato Giovanni Battista, il commuovente e sereno Simeone di Mariano Rigillo, il carismatico e nello stesso tempo fragile Pilato di Remo Girone, il ruvido Gioacchino di Bobo Citran, il curioso e moderno Re Antipa di Johannes Brandrup e tanti altri grandi attori come Thomas Trabacchi, Antonella Attili, Sergio Muñiz, Marco Messeri, Teresa Acerbis, Marco Rulli, Tony Laudadio, Nikolai Kinski, Alice Bellagamba e i bravi attori tunisini. Vorrei ricordare anche il cast tecnico (guardate i nomi!). Scrittura, editors, fotografia, scenografia, costumi, montaggio, edizione, producers. Mi sembra, vedendo il film finito, che ci sia un’unità di direzione, una linea comune, dove il lavoro di uno esalta quello di un altro. Tutti hanno dato qualcosa in più della loro “professionalità” e non intendo solo lavorare veramente senza sosta, ma qualcosa che ha più che fare con il cuore che con il portafogli. Nei momenti difficili o di divergenza di opinioni nessuno è mai stato arroccato sulle proprie posizioni. Tutti insieme abbiamo lavorato per fare il miglior film possibile .E voglio ringraziare i produttori che hanno voluto e reso possibile tutto questo, mettendoci a disposizione in Tunisia una vera miniera d’oro nei fantastici teatri di posa e nelle squadre di artigiani, sarte , costruttori pittori, scultori con competenze artigianale d’altri tempi. Insomma penso che abbiate capito che per me, ma forse per tutti noi, è stato un progetto speciale. Luca Bernabei ha avuto la bella idea di dedicare questo film alle nostre mamme, a tutte le mamme. Che hanno verso i figli un amore totale, incondizionato, che dona tutto senza chiedere nulla in cambio. Effettivamente è l’unico amore umano che pallidamente può ricordare quello divino, che forse è proprio un riflesso dell’Amore Divino. Vorrei allora ringraziare mia madre che tante volte è stata per me questo riflesso, e voglio ringraziare mia moglie e mamma dei miei due figli più piccoli per il continuo esempio di amore incondizionato e per essermi stata vicina in Tunisia in questa avventura e per essermi vicino in questa grande avventura che si chiama Vita. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Scritto da Antonio Genna http://antoniogenna.com/2012/04/01/tv-maria-di-nazaret-questa-sera-e-domani-su-rai-1/ ---------------------------------------------------------------------------------------- Maria di Nazaret (2012) - Prima parte integrale - wmv http://www.youtube.com/watch?v=VP_lplSUQvk&feature=related Maria di Nazaret - Seconda Parte (intero) http://www.youtube.com/watch?v=NqJSfU_hFJg&feature=related --------------------------------------------------------------------------------------------- MARIA DI NAZARETH FILM PROMOSSO DAL PAPA': Il Papa ha visto il film della Rai su Maria di Nazareth La Madonna, ha detto il pontefice, è una madre che avrebbe il desiderio di tenere sempre con sé il proprio Figlio, ma sa che è di Dio redazione roma Il Papa ha assistito, ieri sera nella sala Clementina del palazzo apostolico vaticano, alla proiezione del film 'Maria di Nazareth', una co-produzione RaiFiction, Lux Vide, BetaFilm, Tellux, Bayerischer Rundfunk, Telecinco Cinema, per la regia di Giacomo Campiotti. "Grazie in particolare alla Rai con il suo Direttore Generale, Signora Lorenza Lei, e gli altri rappresentanti, come pure a 'Lux Vide', con la famiglia Bernabei e lo staff di produzione", ha detto il Papa. "Avete impostato il film su tre figure femminili, che incrociano le loro vite, ma che fanno scelte profondamente diverse", ha ricordato Benedetto XVI. "Erodiade rimane chiusa in se stessa, nel suo mondo, non riesce a sollevare lo sguardo per leggere i segni di Dio e non esce dal male. Maria Maddalena ha una vicenda più complessa: subisce il fascino di una vita facile, basata sulle cose, e usa vari mezzi per raggiungere i suoi scopi, fino al momento drammatico in cui è giudicata, è messa davanti alla sua vita e qui l`incontro con Gesù le apre il cuore, le cambia l`esistenza. Ma il centro è Maria di Nazareth, in Lei c`è la ricchezza di una vita che è stata un 'Eccomi' a Dio: è una madre che avrebbe il desiderio di tenere sempre con sé il proprio Figlio, ma sa che è di Dio; ha una fede e un amore così grandi da accettare che parta e compia la sua missione; è un ripetere 'Eccomi' a Dio dall`Annunciazione fino alla Croce". http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/benedetto-xvi-benedict-xvi-benedicto-xvi-15203/ --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- MARIA DI NAZARETH PROMOSSO DAI CARMELITANI http://umanoedivino.blogspot.it/2012/04/maria-di-nazareth-rai-1-1-e-2-aprile.html --------------------------------------------------------------------------------------------------------- https://sites.google.com/site/centroantiblasfemia/Home/maria-di-nazareth-il-flm-di-giacomo-campiotti-che-falsifica-e-dissacra-i-vangeli

domenica 29 luglio 2012

IL CODICE DA VINCI: ANALISI DA CULTURA CATTOLICA

IL CODICE DA VINCI: ANALISI DA CULTURA CATTOLICA ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Processo al Codice Da Vinci Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Il nuovo libro di Andrea Tornielli dal 3 maggio in edicola con "Il Giornale" Il romanzo ha venduto più di 40 milioni di copie e ora quella storia è stata trasformata in un film che si vuole sia di successo. Davvero Gesù era sposato con la Maddalena? La Chiesa ha tenuto nascosta un'inquietante verità per duemila anni? Che valore hanno i vangeli gnostici? Esiste una discendenza nascosta, che i templari e il Priorato di Sion hanno protetto a prezzo della vita? C'è un inconfessabile segreto celato nei dipinti di Leonardo? Sono stati realmente scoperti antichi documenti in grado di svelare il mistero del santo Graal? Una guida indispensabile per scoprire che cosa c'è di vero (e soprattutto di falso) nel romanzo di Dan Brown. Date, nomi, fatti, circostanze, retroscena, documenti segreti, pergamene autentiche e falsi clamorosi, testimonianze inedite: per chi vuole vederci chiaro e andare fino in fondo al mistero che pretende di annullare due millenni di storia cristiana. Il libro «Processo al Codice Da Vinci» prende in esame dettagliatamente i principali contenuti dell'omonimo romanzo di Dan Brown (che sono ora stati trasferiti nel kolossal in uscita nelle sale di tutto il mondo il 19 maggio) e si sofferma sulle accuse più pesanti che l'autore rivolge contro la Chiesa. Vengono analizzati anche i contenuti dei libri che hanno «ispirato» Brown, già pubblicati negli anni scorsi. Una consistente premessa spiega le ragioni del libro: anche se molti ripetono che il romanzo di Dan Brown è «solo fiction», in realtà lo stesso autore e i suoi ispiratori sono convinti che si tratti di realtà storica e lo fanno trasparire in ogni capitolo, con un'opera puntuale di indottrinamento del lettore, portato a identificarsi con la protagonista femminile del romanzo, Sophie Neveu, che viene «iniziata» alla conoscenza del terribile mistero: Davvero la Chiesa delle origini era fondata sul principio femminile? Davvero la Maddalena era la sposa di Gesù? Davvero Cristo era un uomo come tutti gli altri che a poco a poco è stato «divinizzato» grazie al contributo dello spregiudicato e intraprendente imperatore Costantino? Davvero gli «innocui» vangeli canonici sono stati scelti sacrificando i più antichi e veritieri apocrifi gnostici per nascondere una tremenda verità in grado di scardinare i principi del cristianesimo? Davvero esiste o è esistita una discendenza di sangue che da Gesù porta fino ai giorni nostri? Davvero la Chiesa ha usato ogni mezzo – compresi gli omicidi – per tenere nascosto questo terribile segreto che avrebbe provato l'inconsistenza dei suoi stessi fondamenti? Davvero il Priorato di Sion ha custodito questo mistero? Davvero i quadri di Leonardo contengono un «codice» segreto in grado di provare tutto questo? Una serie infinita di domande che, pagina dopo pagina, il lettore è portato a farsi.. Nel capitolo primo viene fornita una dettagliata sintesi del romanzo: i lettori sono avvertiti che, nel caso non abbiano letto «Il Codice Da Vinci» e vogliono farlo, oppure non lo abbiano letto e vogliono vedere il film, debbono saltare queste pagine per non rovinarsi la sorpresa. Il capitolo secondo, più breve, prende in esame il film che Ron Howard ha appena finito di girare: i retroscena di quanto è accaduto, quanto è costato, il fatto che grazie a un esborso di un milione di dollari la produzione abbia potuto usare come set il Museo del Louvre. Il capitolo terzo analizza la prima grande accusa lanciata da Dan Brown e dai suoi ispiratori contro la Chiesa: egli infatti sostiene che Maria Maddalena fosse la moglie di Gesù e che abbia avuto dei figli da lui. Questa convinzione è tratta da un vangelo apocrifo gnostico piuttosto tardo. In maniera semplice e comprensibile a tutti, «Processo al Codice Da Vinci» spiega la grande differenza stilistica e storica dei vangeli canonici da quelli apocrifi e mostra come quell'unico passo sul quale Dan Brown si basa per la sua teoria sia in realtà un testo molto «corrotto» (con molti «buchi») e soprattutto abbia un significato ben diverso da quello che Brown vuole dargli. Questa dimostrazione viene presentata attraverso i pareri dei più noti e autorevoli studiosi di esegetica biblica, sia cattolici che protestanti. Viene anche smentita la tesi di Brown secondo la quale all'epoca di Gesù non esistevano maestri religiosi celibi: vengono citati molti inconfutabili casi, presentati dalle fonti dell'epoca. Nel capitolo quarto si affronta un'altra tesi di Dan Brown, quella secondo la quale sarebbe stato l'imperatore Costantino a scegliere i vangeli canonici e a imporre al Concilio di Nicea di proclamare la divinità di Gesù, che fino a quel momento non era considerato Dio ma soltanto un uomo saggio. Queste accuse sono così assurde e antistoriche che per rispondere non occorre una laurea in teologia ma soltanto una buona enciclopedia. Vengono citati molti testi antichi, del I secolo dove Gesù è evidentemente dichiarato un essere divino. Il capitolo quinto presenta l'altra grande leggenda che ha ispirato Dan Brown, vale a dire quella legata ai presunti «misteri» del paesino francese Rennes Le Chateau e ai documenti antichi che sarebbero stati scoperti al Louvre e che proverebbero l'esistenza di una discendenza nascosta risalente alla Maddalena. Viene dimostrato con testimonianze inconfutabili che quelle pergamene sono false e sono state fabbricate negli anni Sessanta quindi depositate alla Biblioteca Nazionale di Parigi dove sono state «scoperte» dai protagonisti di questa vicenda torbida. Viene prodotta la testimonianza del falsario che si lamenta di non essere stato pagato per il suo lavoro. All'origine di tutto c'è un personaggio strano, un antisemita che ha preteso di essere il discendente della dinastia dei re francesi Merovingi. Nel capitolo sesto, grazie all'aiuto e alla testimonianza dei più grandi esperti della pittura di Leonardo vengono smontate le teorie di Dan Brown sui dipinti del grande autore rinascimentale. E si dimostra che molte delle «informazioni» presentate nel «Codice Da Vinci» sono in realtà false: basta guardare con attenzione i quadri. Infine, nel capitolo settimo, vengono prese brevemente in considerazione le accuse rivolte da Dan Brown all'Opus Dei e si spiega che cos'è, in realtà, la Prelatura fondata da san Josemaría Escrivá. http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5384 -------------------------------------------------------------------- Per non prenderlo troppo sul serio... Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: CulturaCattolica.it © «Ridendo castigat mores»: forse è meglio ridere. Dato che neanche lui, l’autore, si prende e ci prende sul serio. Come abbiamo documentato nell’introduzione alla sezione sul romanzo. In attesa che esca nelle sale cinematografiche. Letto nelle prime edizioni: "Tutte le descrizioni di opere d'arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà." Così modificato in seguito: "Questo libro è un'opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell'autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o defunte, è assolutamente casuale." Testi per chi non ama essere preso in giro. File allegato Codice_da_Vinci.pdf [1,37 MB] http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5386 ----------------------------------------------------------------------------------------- Il Codice Da Vinci: come ingannare i lettori Autore: Zappa, Gianluca Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: CulturaCattolica.it © Nella mia candida ingenuità ho sempre avuto un certo rispetto per “teste pensanti” del calibro di Agostino d’Ippona, Tommaso d’Aquino, Teresa d’Avila e Teresa di Lisieux, Tommaso Moro, Blaise Pascal, Francesco di Sales, Henry Newman, Romano Guardini, Edith Stein, Marshall Mac Luhan (ne cito a getto solo alcuni); ho provato un senso di inadeguatezza e di ammirazione nei confronti di scrittori quali Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, Charles Péguy, Gilbert Keith Chesterton, Flannery O’ Connor, Thomas Stearns Eliot, Clemente Rebora, Giuseppe Ungaretti...; ho guardato con devozione alle grandi figure di Francesco d’Assisi, Antonio da Padova, Caterina da Siena, Filippo Neri, Giovanni Bosco, Piergiorgio Frassati, Faà di Bruno, Massimiliano Kolbe, Padre Pio da Pietrelcina, Teresa di Calcutta, Karol Woityla... Ma oggi, grazie alle rivelazioni di un libro che sembra aver successo anche tra alcuni cattolici (“Il codice da Vinci”), devo concludere che la mia fiducia, la mia venerazione, la mia ammirazione erano mal riposte, e che tutti i succitati signori si sono nutriti di “allegorie” e “metafore” (come il parto verginale della Madonna, o Gesù che cammina sulle acque). Hanno cioè dato coscientemente per vera una realtà “falsa”, solo perché l’allegoria religiosa li aiutava ad “affrontare la vita e ad essere migliori”. “Coloro che comprendono veramente la loro fede sentenzia il libro - sanno che queste storie sono metafore”. Insomma, questi grandi geni del pensiero e della storia umana sono stati dei mentitori (a se stessi e agli altri) o nella migliore delle ipotesi dei cretini. Ora, il problema è che nella lista (fatte le dovute differenze) mi ci dovrei mettere anch’io e tanta altra gente che conosco. E io non mi sento né mentitore né cretino. Allora forse il problema è da un’altra parte; forse qualcosa di storto sta proprio nel libro di cui si parla. In realtà “Il codice da Vinci” è solo un altro dei tanti tasselli di un mosaico costruito pezzo per pezzo da un potere mondiale che deve distruggere il Cristianesimo nel cuore e nelle menti della gente. Perché la fede in Gesù Cristo rende liberi, mentre il potere ha bisogno di mezzi uomini da dominare. Come in tanti altri libri, e in tanti film che girano (vi segnalo, ma solo se ve la sentite di sobbarcarvi la fatica, una autentica porcheria intitolata “Stigmate”), si parte da questo assunto: il Cristo dei Vangeli non corrisponde al “vero Cristo”; il Nuovo Testamento è “basato su falsificazioni”; da qualche parte “qualcuno” (che di solito abita in Vaticano, è un cardinale e magari ha un cognome tedesco) tiene segreto qualche scottante antico manoscritto dove si potrebbe leggere “l’altra storia di Cristo”, quella che il potere ecclesiastico non ha interesse a mostrare. Ossessionati, non si sa quanto autenticamente, da questo presunto documento (un po’ come gli evoluzionisti, che cercano da un secolo e mezzo l’“anello mancante” dell’evoluzione umana senza trovarlo ancora), questi campioni della logica e della verità finiscono col credere di averlo trovato e accusano gli altri di creduloneria. Un po’ come quelli che sono convinti dell’esistenza degli UFO e che sulla base di questa loro convinzione interpretano alcuni passi della Bibbia (per cui magari il carro di Elia assomiglia all’astronave extraterrestre che si sono creati nella loro fantasia). Atteggiamento singolare e di certo poco sano. Ma non voglio sostenere che costoro siano dei pazzi. Come ho detto prima, fanno parte di un disegno ben preciso, che è quello di distruggere la fede cristiana. Vanno a colpire persone che hanno un’ignoranza spaventosa in materia di religione e che non hanno ben chiara l’essenza stessa del cristianesimo. Diffamano gli Apostoli e i loro successori, perché nel cuore dei credenti attecchisca il dubbio. In un secondo momento, quando avranno definitivamente creato un vuoto nelle coscienze, insinueranno la “loro” religione, funzionale al potere che li finanzia. Già, perché non dimentichiamoci mai che per fare un film o per pubblicare un libro ci vuole sempre qualcuno che metta a disposizione i capitali; cioè ci vuole qualcuno che abbia il potere. E questo qualcuno chiede qualcosa in cambio. Io credo che operazioni di tal genere vadano giudicate e valutate con un certo rigore da un cristiano. E che sia ora, una buona volta, di attrezzarci culturalmente a sostenere una vera e propria battaglia che altri, non noi, hanno iniziato. Chi ha letto questo libro e ne è rimasto acriticamente affascinato, deve farsi un doveroso esame di coscienza e impegnarsi a leggere qualcosa che lo possa aiutare. Mi permetto di suggerire “L’essenza del cristianesimo” di Romano Guardini (Morcelliana). Tanto per non provare più quella sensazione di disagio quando qualcuno, che si spaccia per sapiente, ci dà dei mentitori o dei cretini. http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5387 ---------------------------------------------------------------------------------------------- Il Codice Da Vinci fa discutere Autore: Zappa, Gianluca Curatore: Buggio, Nerella Fonte: CulturaCattolica.it © Caro Gianluca Zappa, In realtà "Il codice da Vinci" è solo un altro dei tanti tasselli di un mosaico costruito pezzo per pezzo da un potere mondiale che deve distruggere il Cristianesimo nel cuore e nelle menti della gente. Ricorda queste sue parole? Sono riportate in suo articolo su Cultura Cattolica, e credo che sia proprio a partire da qui che la sua ignoranza comincia a ingannarle la vista. Si, perché anche partendo dall'assunto che il libro di Dan Brown sia per molti tratti frutto di fantasia, restano innegabilmente molti indizi e prove concrete di tentativi da parte della Chiesa Cattolica di nascondere altre verità agli occhi dei cristiani (pensi per esempio al fatto che i rotoli del Mar Morto sono ancora "custoditi" dal vaticano per evitare che scienziati e ricercatori possano trovarvi quelle sicure notizie discordanti con la Bibbia, il più grande bestseller mondiale... se non ci fossero queste discordanze, crede davvero che non li avrebbero già messi a disposizione della scienza?). Ma al di là di tutto, quello che a me ha davvero dato fastidio è proprio la sua supposizione che il "potere mondiale" attraverso questo libro voglia "distruggere il Cristianesimo"!! Non mi dica! Allora finora sono vissuto in un'Italia da incubo, quella in cui il potere politico è sottomesso al volere religioso del vaticano! Peccato che quest'incubo sia vero, e che ogni volta che in parlamento arriva una proposta di legge "morale" si seguano le direttive cattoliche, piuttosto che i diritti LAICI dell'uomo-cittadino. Quindi, come crede lei che il potere della Chiesa possa essere distrutto da un potere molto più piccolo del suo? Spero nell'arrivo in Italia di un nuovo Zapatero! Buona giornata! F.B. Caro B…, che ci sia un potere mondiale che vede nel Cristianesimo e particolarmente nella Chiesa Cattolica il nemico da abbattere, è perfino una banalità. La Massoneria è nata per questo, e quanto all'attuale, oltre ad operazioni come "Il codice Da Vinci" si potrebbero citare film come "Il nome della rosa", "Stigmate", "Magdalene" o "La mala educaciòn", ma anche la programmatica esclusione del riferimento alle radici cristiane nella Costituzione europea e giù giù, fino al "caso Buttiglione". Del resto questo anticattolicesimo, unica intolleranza e discriminazione ormai accettata, è stato anche denunciato da Philip Jenkins, autorevole sociologo americano (non cattolico) nel suo volume "The new Anti-Catholicism" (Oxford University Press). Ci vogliono i prosciutti agli occhi per non vedere come stanno le cose. Quanto al libro di Dan Brown, la invito a prendere atto che ha il valore scientifico di un giornaletto a fumetti; potrà rendersene conto leggendo un documentato articolo di Massimo Introvigne. Se lei, come scrive, vuol parlare di "scienza", per favore, faccia il piacere di citare non un romanziere di talento, ma uno studio scientifico serio. Lei sembra molto convinto che il Vaticano voglia bloccare la ricerca degli scienziati, "custodendo" i rotoli del Mar Morto per paura che rivelino chissà quali verità contro la Bibbia. Spero che anche queste sue convinzioni non provengano dalla lettura di Brown, ma da qualche fonte più sostanziosa (e se così fosse, mi piacerebbe conoscerla). Se questo non è, credo che si dovrebbe vergognare un po' per aver sparato a zero giudizi tanto facili che non hanno basi serie. A me risulta che i rotoli e i codici di Qumràm non siano custoditi solo in Vaticano (dove peraltro sono disponibili agli studiosi), ma anche in altre sedi prestigiose, come il Trinity College di Dublino o la Hebrew University di Gerusalemme; di questi documenti sono state pubblicate le edizioni critiche. La invito a leggere, se le interessa davvero approfondire la questione, il volume di Florentino Garcia Martinez, "Gli scritti di Qumràn", edito da Paideia. Non mi risulta che finora gli studi di esperti e filologi abbiano rivelato scandalose e sensazionali verità. Ma lei, naturalmente, è padronissimo di continuare a credere nel "codice nascosto" da qualche maligno prelato. C'è tanta gente in giro che crede agli UFO! Infine, due parole sulla sua visione dei valori "laici" dell'uomo e del cittadino, che lei vede in netto contrasto con quanto proclama la Chiesa cattolica, fino ad arrivare al grido "spero nell'arrivo in Italia di un nuovo Zapatero!". La sua posizione, confesso, mi mette un po' paura, perchè si intuisce che farebbe volentieri un bel rogo del Papa e di tutti quelli che gli vanno dietro. Stia attento: è gente con queste idee che ha massacrato, nell'ultimo secolo, centinaia di migliaia di persone che avevano la sola colpa di dirsi ed essere cristiani e cattolici. Le piace questo tipo di compagnia? E poi, quando la Chiesa difende la vita umana dal concepimento alla morte; quando difende il valore della maternità e dell'unione familiare contro tendenze disgregatrici; quando difende in generale il valore della vita, che non può essere messo in discussione dall'egoismo dei potenti e dagli interessi economici, non sta forse difendendo valori che sono propri, che dovrebbero essere propri anche di un laico? Personalmente, non mi vergogno affatto di vivere in un Paese dove è stata fatta una legge avanzatissima, come quella che tutela la dignità dell'embrione. Se poi lei ha in mente un futuro che è come quello descritto da Aldous Huxley ne "Il mondo nuovo" (altro libro che, se non lo conosce, potrebbe leggere), allora posso capire che il "potere della Chiesa" le dia molto fastidio. Grazie per l'attenzione. Gianluca Zappa http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5388 ------------------------------------------------------------------------------------------------ Il Codice Da Vinci: ma la storia è un’altra cosa Autore: Introvigne, Massimo Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: www.cesnur.org Immaginiamo questo scenario. Esce un romanzo in cui si afferma che il Buddha, dopo l'illuminazione, non ha condotto la vita di castità che gli si attribuisce, ma ha avuto moglie e figli. Che la comunità buddhista dopo la sua morte ha violato i diritti della moglie, che avrebbe dovuto essere la sua erede. Che per nascondere questa verità i buddhisti nel corso della loro storia hanno assassinato migliaia, anzi milioni di persone. Che un santo buddhista scomparso da pochi anni - che so, un Daisetz Teitaro Suzuki (1870-1966) - era in realtà il capo di una banda di delinquenti. Che il Dalai Lama e altre autorità del buddhismo internazionale operano per mantenere le menzogne sul Buddha servendosi di qualunque mezzo, compreso l'omicidio. Pubblicato, il romanzo non passa inosservato. Autorità di tutte le religioni lo denunciano come un'odiosa mistificazione anti-buddhista e un incitamento allo scontro fra le religioni. In diversi paesi la sua pubblicazione è vietata, fra gli applausi della stampa. Le case cinematografiche, cui è proposta una versione per il grande schermo, cacciano a pedate l'autore e considerano l'intero progetto uno scherzo di cattivo gusto. Lo scenario non è vero, ma ce n'è uno simile che è del tutto reale. Solo che non si parla di Buddha, ma di Gesù Cristo; non della comunità buddhista, ma della Chiesa cattolica; non di Suzuki e del suo ordine zen ma di san Josemaría Escrivá (1902-1975) e dell'Opus Dei da lui fondata; non del Dalai Lama ma di Giovanni Paolo II. Il romanzo in questione ha venduto tre milioni e mezzo di copie negli Stati Uniti, è sbarcato anche in Italia e la Sony ne sta traendo un film, che sarà diretto da Ron Howard e per cui è già cominciata una propaganda internazionale. Come è stato correttamente osservato dallo storico e sociologo americano Philip Jenkins, il successo di questo mediocrissimo prodotto è solo un'altra prova del fatto che l'anti-cattolicesimo è "l'ultimo pregiudizio accettabile" (è il titolo di un libro di Jenkins: The New Anti-Catholicism. The Last Acceptable Prejudice, Oxford University Press, New York 2003). Il Codice Da Vinci (trad. it., Mondadori, Milano 2003) mette in scena una caccia al Santo Graal. Quest'ultimo - secondo il romanzo - non è, come la tradizione ha sempre creduto, una coppa in cui fu raccolto il sangue di Cristo, ma una persona, Maria Maddalena, la vera "coppa" che ha tenuto in sé il sang réal (in francese antico il "sangue reale", da cui "Santo Graal"), cioè i figli che Gesù Cristo le aveva dato. La tomba perduta della Maddalena è dunque il vero Santo Graal. Apprendiamo inoltre che Gesù Cristo aveva affidato una Chiesa che avrebbe dovuto proclamare la priorità del principio femminile non a san Pietro ma a sua moglie, Maria Maddalena, e che non aveva mai preteso di essere Dio. Sarebbe stato l'imperatore Costantino (280-337 d.C.) a reinventare un nuovo cristianesimo sopprimendo l'elemento femminile, proclamando che Gesù Cristo era Dio, e facendo ratificare queste sue idee patriarcali, autoritarie e anti-femministe dal Concilio di Nicea. Il progetto presuppone che sia soppressa la verità su Gesù Cristo e sul suo matrimonio, e che la sua discendenza sia soppressa fisicamente. Il primo scopo è conseguito scegliendo quattro vangeli "innocui" fra le decine che esistevano, e proclamando "eretici" gli altri vangeli "gnostici", alcuni dei quali avrebbero messo sulle tracce del matrimonio fra Gesù e la Maddalena. Al secondo, per disgrazia di Costantino e della Chiesa cattolica, i discendenti fisici di Gesù si sottraggono e secoli dopo riescono perfino a impadronirsi del trono di Francia con il nome di merovingi. La Chiesa riesce a fare assassinare un buon numero di merovingi dai carolingi, che li sostituiscono, ma nasce un'organizzazione misteriosa, il Priorato di Sion, per proteggere la discendenza di Gesù e il suo segreto. Al Priorato sono collegati i templari (per questo perseguitati) e più tardi anche la massoneria. Alcuni fra i maggiori letterati e artisti della storia sono stati Gran Maestri del Priorato di Sion, e alcuni - fra cui Leonardo da Vinci (1452-1519) - hanno lasciato indizi del segreto nelle loro opere. La Chiesa cattolica, nel frattempo, completa la liquidazione del primato del principio femminile con la lotta alle streghe, in cui periscono cinque milioni di donne. Ma tutto è vano: il Priorato di Sion sopravvive, così come i discendenti di Gesù in famiglie che portano i cognomi Plantard e Saint Clair. Secondo l'autore Dan Brown quanto abbiamo riassunto fin qui rispecchia esattamente e letteralmente la realtà ed è basato su documenti inoppugnabili. La parte che anche l'autore presenta come immaginaria ipotizza che il Priorato oggi si appresti a rivelare il segreto al mondo tramite il suo ultimo Gran Maestro, un curatore del Museo del Louvre che si chiama Jacques Saunière. Per impedire che questo avvenga, Saunière e i suoi principali collaboratori sono assassinati. Uno studioso di simbologia americano, Robert Langdon, è sospettato dei crimini, ma una criptologa che lavora per la polizia di Parigi - Sophie Neveu, la nipote di Saunière - crede nella sua innocenza e lo aiuta a fuggire. Il lettore è indotto a credere che responsabile degli omicidi sia l'Opus Dei (sul cui conto si ripetono le più crude "leggende nere" - cento volte smentite, ma dure a morire - desunte dalla letteratura internazionale che la critica, esplicitamente citata), ma le cose sono più complicate. Un nuovo Papa progressista ha deciso di rescindere i legami fra la Chiesa e l'Opus Dei che risalgono a Giovanni Paolo II, e il prelato dell'Opus Dei accetta la proposta che gli proviene da un misterioso "Maestro": pagando a questo personaggio una somma immensa, potrà ricattare la Santa Sede impadronendosi delle prove del segreto del Priorato di Sion - cioè della "verità" su Gesù Cristo - e minacciando di rivelarle al mondo. Un ex-criminale ora numerario dell'Opus Dei è "prestato" al Maestro, ed è quest'ultimo che lo spinge a commettere una serie di crimini. In realtà, il "Maestro" lavora per se stesso: è un ricchissimo studioso inglese, anti-cattolico, che vuole rivelare il segreto al mondo e accusa il Priorato di tacere per timore della Chiesa. Tra morti ammazzati, enigmi e inseguimenti Robert Langdon e Sophie - tra cui nasce anche l'inevitabile storia d'amore - finiscono per scoprire la verità: la tomba della Maddalena è nascosta sotto la piramide del Louvre, voluta dall'esoterista e massone presidente francese François Mitterrand (1916-1996), ma il sang réal scorre nelle vene della stessa Sophie, che è dunque l'ultima discendente di Gesù Cristo. Solo la diffusa ignoranza religiosa spiega come qualcuno possa prendere sul serio un tale cumulo di affermazioni a dir poco ridicole. Ci sono testi del primo secolo cristiano dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto come Dio. All'epoca del Canone Muratoriano (che risale circa al 190 d.C.) il riconoscimento dei quattro Vangeli come canonici e l'esclusione dei testi gnostici era un processo che si era sostanzialmente completato, novant'anni prima che Costantino nascesse. La cifra di cinque milioni di streghe bruciate dalla Chiesa cattolica è del tutto assurda, e Brown si dimentica del fatto che nei paesi protestanti la caccia alle streghe è stata più lunga e virulenta che in quelli cattolici. L'idea stessa di un "codice Da Vinci" nascosto nelle opere dell'artista italiano è stata definita "assurda" dalla professoressa Judith Veronica Field, docente alla University of London e presidentessa della Leonardo Da Vinci Society (cfr, fra i molti riferimenti, Gary Stern, "Expert Dismiss Theories in Popular Book", The Journal News, 2.11.2003). A fronte di questi svarioni, quello del traduttore italiano che chiama la torre dell'orologio del parlamento inglese "Big Bang" invece di "Big Ben" (p. 438) sembra quasi un peccato veniale. Inoltre, chi conosca un poco la storia delle mistificazioni sul Graal sa che nel Codice Da Vinci c'è ben poco di nuovo: tutto è già stato detto in centinaia di libri su Rennes-le- Château, e - benché il nome di questa località francese non sia mai menzionato nel romanzo di Brown - i cognomi Saunière e Plantard fanno chiaramente riferimento alle stesse vicende. Rennes-le-Château è un paesino francese del dipartimento dell'Aude, ai piedi dei Pirenei orientali, nella zona detta del Razès. La popolazione si è ridotta a una quarantina di abitanti, ma ogni anno i turisti sono decine di migliaia. Dal 1960 a oggi a Rennes-le-Château sono state dedicate oltre cinquecento opere in lingua francese, almeno un paio di best seller in inglese e un buon numero di titoli anche in italiano. Se ne parla anche in film, e in fumetti di culto, come Preacher o The Magdalena. Il paesino si trova all'interno di quel "paese cataro", cioè della zona dove l'eresia dei catari ha dominato la regione ed è sopravvissuta fino al XIII secolo, che una sapiente promozione ha reso in anni recenti una delle più ambite mete turistiche francesi. Rennes-le-Château rimarrebbe però una nota a piè di pagina nel ricco turismo "cataro" contemporaneo se del paese non fosse diventato parroco, nel 1885, don Berenger Saunière (1852-1917). È a lui che fanno riferimento tutte le leggende su Rennes-le-Château. Il parroco Saunière era soprattutto un personaggio bizzarro. Nel 1909 si rifiuta di trasferirsi in un'altra parrocchia e nel 1910, dopo avere perso un processo ecclesiastico, subisce una sospensione a divinis. Pure privato della parrocchia, rimane fino alla morte nel paese, che aveva arricchito con nuove costruzioni - fra cui una curiosa "torre di Magdala" - e scandalizzato con una serie di scavi nella cripta e nel cimitero, alla ricerca non si sa bene di che cosa. Diventato più ricco di quanto fosse consueto per un parroco di campagna, si favoleggia che abbia trovato un tesoro. Tutto poteva spiegarsi, peraltro - come sospettava il suo vescovo - con un meno romantico traffico di donazioni e di messe. In epoca recente si è sostenuto che Saunière avesse scoperto nella cripta importantissimi manoscritti antichi, ma quelli che sono emersi sono falsi evidenti del XIX se non del XX secolo. È possibile che - nel corso dei lavori per restaurare la chiesa parrocchiale (un'attività che va in ogni caso ascritta a merito dell'originale parroco) - don Saunière avesse scoperto qualche reperto di epoca medioevale, ma in ogni caso non in quantità sufficiente da arricchirsi. Si continua a ripetere anche che Saunière sarebbe stato in rapporti con ambienti esoterici di Parigi, ma le prove addotte non permettono di formulare alcuna conclusione sicura. La figura di Saunière non è priva di interesse, e le sue costruzioni mostrano che si trattava di un uomo singolarmente attento alle allegorie e ai simboli, forse con qualche reale interesse esoterico, sulla scia di una tradizione locale. Ma nulla di più ha mai potuto essere provato. La leggenda di Saunière non sarebbe continuata nel tempo se la sua perpetua, Marie Denarnaud (1868-1953) - cui il sacerdote aveva intestato le proprietà e le costruzioni di Rennes-le-Château, per sottrarle al vescovo con cui era in conflitto - non avesse continuato per anni, anche per incoraggiare eventuali acquirenti, a favoleggiare di tesori nascosti. E se un altro personaggio, Noel Corbu (1912-1968), dopo avere acquistato dalla Denarnaud le proprietà dell'ex-parroco per trasformarle in ristorante, non avesse cominciato, a partire dal 1956, a pubblicare articoli sulla stampa locale dove - animato certo anche dal legittimo desiderio di attirare turisti in un borgo remoto - metteva i presunti "miliardi" di don Saunière in relazione con il tesoro dei catari. Negli anni 1960 le leggende diffuse da Corbu su scala locale acquistano fama nazionale dopo avere attirato l'attenzione di esoteristi - fra cui Pierre Plantard (1920-2000), che aveva animato in precedenza il gruppo Alpha Galates - e di giornalisti interessati ai misteri esoterici come Gérard de Sède, che pubblica nel 1967 L'or de Rennes. Tre autori inglesi di esoterismo popolare - Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln - si incaricheranno di elaborare ulteriormente le sue idee, trasformandole in una vera industria editoriale (grazie anche alla BBC, che batte la grancassa) avviata con la pubblicazione, nel 1979, de Il Santo Graal. Secondo de Sède e i suoi continuatori inglesi, il parroco aveva scoperto il segreto di Rennes-le-Château, dove sarebbe depositato non solo un tesoro favoloso - variamente attribuito al tempio di Gerusalemme, ai visigoti, ai catari, ai templari, alla monarchia francese, e cui il sacerdote avrebbe attinto solo per una piccola parte -, ma anche - rivelato dalle presunte pergamene ritrovate da don Saunière, dalle iscrizioni del cimitero, dalle forme stesse degli edifici e di quanto si trova nella chiesa parrocchiale - un tesoro di tipo non materiale, la verità stessa sulla storia del mondo. Nel paesino pirenaico esisterebbero i documenti in grado di provare che Gesù Cristo - verità accuratamente nascosta dalla Chiesa cattolica - aveva avuto figli da Maria Maddalena, che questi figli portano in sé il sangue stesso di Dio e che pertanto hanno il diritto di regnare sulla Francia e sul mondo intero. Che il Santo Graal sarebbe, più propriamente, il sang réal, il "sangue reale" dei discendenti fisici di Gesù Cristo, è affermato da quando Plantard entra nella storia di Rennes-le-Château. Il Codice Da Vinci si limita a ripetere questa affermazioni. Per prudenza, afferma Plantard, la discendenza dei merovingi da Gesù Cristo sarebbe sempre stata mantenuta come un segreto noto a pochi. Ma i catari, i templari, i grandi iniziati - dallo stesso Saunière al pittore Nicolas Poussin (1594-1655), il quale ne avrebbe lasciato una traccia nel suo famoso quadro del Louvre I pastori di Arcadia, che raffigurerebbe precisamente il panorama di Rennes-le-Château - hanno custodito il segreto come cosa preziosissima, lasciando trapelare di tanto in tanto qualche indizio. Oggi, naturalmente, un Priorato di Sion esiste. È fondato nel 1972 da Pierre Plantard (che si fa chiamare anche "Plantard de Saint Clair", inventandosi un titolo nobiliare di fantasia che è alle origini delle affermazioni de Il Codice Da Vinci secondo cui anche "Saint Clair" è un cognome "merovingio"), con tanto di atto notarile e carte da bollo. Plantard ha lasciato intendere di essere egli stesso un discendente dei merovingi e il custode del Graal. La prova che il Priorato esiste da mille anni dovrebbe consistere nel nome di un piccolo ordine religioso medievale chiamato Priorato di Sion. Questo è effettivamente esistito (e finito), ma non c'entra nulla né con i merovingi né con presunti discendenti di Gesù Cristo. È difficile non concludere che il collegamento fra Rennes-le-Château, i merovingi e il Priorato di Sion è puramente leggendario, e che il Priorato è un'organizzazione esoterica le cui origini non vanno al di là dell'esperienza di Plantard e dei suoi collaboratori. Non è esistito nessun Priorato di Sion (nel senso in cui oggi se ne parla) prima dell'arrivo di Plantard a Rennes-le-Château. Ora, naturalmente esiste: ma solo dal 1972. Nella prima pagina de Il Codice Da Vinci si afferma che tutta la storia è confermata da documenti inoppugnabili ritrovati nel 1975 nella Biblioteca Nazionale di Parigi. I documenti, però, sono stati "ritrovati" dalle stesse persone che li avevano nascosti nella Biblioteca Nazionale di Parigi: Plantard e i suoi amici. Ed è certissimo che non si tratta di documenti antichi ma di falsi moderni. Nessun "documento", dunque. Solo fantasie anti-cristiane, buone per vendere romanzi più o meno mal scritti, ma che dal punto di vista storico devono essere considerate autentica spazzatura. http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5389 ----------------------------------------------------------------------------------------------------- Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia: Introduzione Autore: Fasol, Marco Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: www.gris.org Colgo l'occasione per approfondire il tema della storicità dei Vangeli e dei fondamenti della fede che può essere paradossalmente rivisitato con maggior attenzione e sensibilità proprio grazie alla lettura del Codice da Vinci... Il Codice da Vinci di Dan Brown è un thriller che ha venduto più di 20 milioni di copie nel mondo, è ai primi posti per vendite da oltre quaranta settimane in Francia, da quasi altrettante in Italia, ed ha conquistato analoghi primati negli Usa. Ci troviamo di fronte ad un caso letterario imprevisto e sorge spontanea la domanda sui motivi di tanto successo. L’autore ha saputo miscelare con fantasia la componente emotiva tipica del genere letterario, con una non meno suggestiva componente storica, artistica, esoterica, addirittura teologica e mistica. E naturalmente non poteva mancare il richiamo dell’eros, infarcito di riferimenti mitologici e filosofici. Le tematiche proposte dal testo sono talmente suggestive ed investono a tal punto l’essenza stessa del discorso religioso ed antropologico da richiedere un’attenta valutazione critica che va al di là di una semplice recensione di un thriller. E’ vero che il lettore medio di un thriller non si aspetta nulla di più di un avvincente intrattenimento gratuito che lascia il tempo che trova. Ma è altrettanto vero che la lettura del Codice da Vinci può suscitare molti interrogativi e dubbi che intaccano addirittura il cuore della fede religiosa. Per questo mi sembra opportuno valutare con serenità, ma anche con spirito critico, le molte affermazioni distruttive contenute nel testo. Non intendo affatto riproporre un’anacronistica “caccia alle streghe” nei confronti di un semplice thriller. Piuttosto colgo l’occasione per approfondire il tema della storicità dei Vangeli e dei fondamenti della fede che può essere paradossalmente rivisitato con maggior attenzione e sensibilità proprio grazie alla lettura del Codice da Vinci. Per cercare di rispondere alle molteplici domande suscitate dalla lettura del thriller propongo un percorso di analisi critica che si snoda attraverso: un breve riassunto del romanzo ed uno sguardo d’insieme sui falsi storici; un discorso sulla storicità dei Vangeli, in risposta alle critiche di Brown; una confutazione della tesi di Brown sul matrimonio di Gesù e Maddalena; una risposta alla critica di Brown alle religioni come falsificazioni; osservazioni su notizie artistiche e storiche disseminate nel testo; una critica alle calunnie contro il cattolicesimo e l’Opus Dei in particolare; una valutazione conclusiva. http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5390 --------------------------------------------------------------------------------- Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 1: Riassunto Autore: Fasol, Marco Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: www.gris.org Colgo l'occasione per approfondire il tema della storicità dei Vangeli e dei fondamenti della fede che può essere paradossalmente rivisitato con maggior attenzione e sensibilità proprio grazie alla lettura del Codice da Vinci... Jacques Saunière, un anziano studioso, curatore del Louvre, è vittima di un misterioso assassino all'interno del Museo più famoso del mondo. La vittima ha lasciato una serie di indizi da decodificare in sequenza logica, a partire dalla posizione che è riuscito ad assumere nell'agonia, posizione che è quella del celebre uomo vitruviano del Codice da Vinci. Il racconto si snoda, avvincente ed imprevedibile, attraverso una lunga notte di omicidi e inseguimenti rocamboleschi, da Parigi a Londra dove sarà scoperta la verità sul Maestro (un vescovo dell'Opus Dei, mons. Manuel Aringarosa) che aveva orchestrato il complotto. Il punto chiave degli indizi è l'interpretazione dell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci, in cui la figura alla destra di Cristo non rappresenterebbe il discepolo prediletto, bensì Maria Maddalena, come si riconoscerebbe dai presunti tratti femminei della figura. Secondo le "scoperte" dell'autore, la gerarchia della Chiesa, lungo la sua storia, avrebbe intenzionalmente occultato quanto è riferito dal Vangelo gnostico e apocrifo di Filippo, che parla di un matrimonio tra Gesù e la Maddalena. Secondo le misteriose (ed esoteriche) fonti di Brown sarebbe stata proprio Maddalena ad essere simboleggiata nella leggenda medievale del "Santo Graal" del sangue di Cristo. Secondo Brown era Cristo stesso che aveva designato la Maddalena a succedergli alla guida della Chiesa, in omaggio alla rivalutazione del "principio divino femminile" che viene valorizzato dall'autore in più passi dell'opera. Maddalena sarebbe l'incarnazione del Femminino Sacro, che rappresenta lo spirito della Dea Madre. La discendenza di Cristo e Maddalena si sarebbe prolungata, in incognito, lungo la storia, attraverso la dinastia dei Merovingi e poi – a partire dal 1090 in Terra Santa - attraverso il Priorato di Sion, una setta segreta che pratica orge sessuali rituali e che è la depositaria appunto del segreto del santo Graal. Questa setta si è prolungata lungo la storia, prima attraverso i Rosacrociani e poi nella forma esoterica ed occulta tipica delle società segrete, annoverando tra i suoi adepti personaggi del rango di Leonardo, Newton, Hugo. Gli ultimi eredi del segreto del Santo Graal sono ai vertici di questo Priorato e sono gli unici conoscitori di questo importante segreto (l'ultima discendenza del matrimonio tra Gesù e la Maddalena) che minaccia il destino della Chiesa e della Cristianità. L'opposizione agli ultimi eredi del Priorato è guidata dal già citato vescovo Manuel Aringarosa, dell'Opus Dei, che ingaggia un ex killer convertito, Silas, pure lui membro dell'Opus, affinchè recuperi dai capi del Priorato di Sion il cryptex (un piccolo cilindro di pietra) che contiene il segreto su Gesù e Maddalena. La vicenda si ingarbuglia a causa di omicidi imprevisti ad opera di questo killer che uccide appunto gli ultimi quattro depositari del segreto. L'inseguimento sulla base degli indizi da decodificare è condotto dai due principali protagonisti che guidano il lettore attraverso i meandri dell'intero racconto: Robert Langton, un professore di Harvard che ha il compito di aggiornare continuamente il lettore sulle sensazionali "scoperte" storiche occultate dalla Chiesa nei secoli, e l'avvenente criptologa e investigatrice della polizia francese, Sophie Neveu, di cui lo studioso assassinato all'inizio era il nonno. Quest'ultima scoprirà così, alla fine, di essere nientechemeno la discendente di Gesù e Maddalena. La conclusione del thriller lascia il lettore tra il deluso e il sospeso. Forse Dan Brown ha lasciato una porta aperta per il prossimo Codice da Vinci 2? O forse gli manca il talento per chiudere in bellezza? http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5391 ----------------------------------------------------------------------------------------- Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 2: Sguardo d’insieme Autore: Fasol, Marco Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: www.gris.org "Calunniate, calunniate, qualcosa resterà" (Voltaire). Dan Brown meriterebbe un "dieci e lode" da Voltaire. Pur essendo un romanziere e non uno storico, tuttavia Brown è riuscito ad insinuare il dubbio e il sospetto su Cristo e sul suo messaggio, soprattutto nei lettori che non hanno una specifica preparazione in campo storico. Brown ha messo in bocca ai suoi personaggi calunnie vergognose su Gesù Cristo, la Chiesa cattolica, l'Opus Dei, la storia del cristianesimo … ma si è posto al riparo dalle accuse di diffamazione, premettendo in esergo una dichiarazione d'innocenza: "questo libro è un'opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell'autore." Eppure l'ambientazione parigina, la descrizione della Gioconda, dell'Ultima cena… evocano un preciso contesto culturale e sembrano voler accreditare anche le altre innumerevoli invenzioni ed assurdità che l'autore con sicumera spaccia per verità indiscutibili. Vediamo, a titolo di esempio introduttivo alla lunga serie, un caso di clamoroso falso storico. Un esempio: la caccia alle streghe "In trecento anni di caccia alle streghe, la Chiesa aveva bruciato sul rogo la sorprendente cifra di cinque milioni di donne" (p. 150). La cifra è assurda. Quando un romanziere spara cifre così incredibili è chiaro che si basa sui giornali o sulle riviste scandalistiche. Gli studiosi più accreditati, che hanno dedicato decine di anni allo studio del fenomeno, giungono a conclusioni ben più ponderate. Secondo gli studi di Brian O. Levack (La caccia alle streghe, Texas 1987, Laterza Bari 1988), forse il massimo studioso mondiale sul fenomeno, cui ha dedicato circa vent'anni di ricerche negli archivi di tutta l'Europa, i processi per stregoneria in Europa nell'arco di oltre tre secoli sono stati circa 110 mila e di questi la conclusione con condanne a morte è stata inferiore al 60 %. Quindi le vittime sono state al massimo 60 – 65 mila. Si tratta di una cifra drammatica, ma ben lontana da quella propinata da Brown, che sembra ignorare la più elementare demografia. Inoltre è importante ricordare che la stragrande maggioranza dei processi per stregoneria è stata celebrata presso i tribunali laici, che a partire dal Cinquecento hanno preso il sopravvento nella caccia alle streghe. La maggioranza delle presunte "streghe" è stata dunque condannata da giudici laici, che non avevano niente a che vedere con la Chiesa. La Chiesa cattolica ha comunque avuto un'indubbia responsabilità nell'aver iniziato ed anche favorito il fenomeno, ma non la si può accusare con semplificazioni ed esagerazioni così aberranti ed antistoriche. Comunque la Chiesa cattolica ha chiesto scusa, in forma solenne durante il Giubileo del 2000, per queste gravi colpe nei confronti della donna, lungo il corso della storia. http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5392 ---------------------------------------------------------------------------------------- Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 3: La storicità di Cristo e dei Vangeli Autore: Fasol, Marco Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: www.gris.org Vediamo ora le calunnie molto gravi sulla storicità di Cristo, a pag. 271-75. Sono parole messe in bocca ad un anziano studioso inglese, certo Teabing, che inventa una serie di spropositi incredibili. "La vita di Gesù è stata scritta da migliaia di suoi seguaci in tutte le terre… Più di ottanta vangeli sono stati presi in considerazione per il Nuovo Testamento..." "Chi ha scelto quali vangeli includere?" … La Bibbia come noi la conosciamo oggi è stata collazionata dall'Imperatore romano pagano Costantino il Grande… Nel cristianesimo non c'è nulla di originale. Il dio precristiano Mitra – chiamato 'Figlio di Dio' e "Luce del mondo" – era nato il 25 dicembre. Quando morì, fu sepolto in una tomba nella roccia e poi risorse tre giorni più tardi. Tra l'altro il 25 dicembre è anche il compleanno di Osiride, Adone e Dioniso. Al neonato Krishna sono stati offerti oro, incenso e mirra. Anche il giorno di festa dei cristiani è stato rubato ai pagani…. Costantino ha spostato la festa ebraica del sabato per farla coincidere con il giorno che i pagani dedicavano al Sole. Oggi la gente va in chiesa la domenica senza neppure immaginare che lo fanno per rendere omaggio al dio Sole."… "Costantino convocò una famosa riunione, nota sotto il nome di Concilio di Nicea, nel 325... si discussero molti aspetti del cristianesimo, che furono decisi attraverso un voto: la data della Pasqua…. E naturalmente la divinità di Gesù…. Fino a quel momento storico Gesù era visto dai suoi discepoli come un profeta mortale, un uomo grande e potente, ma pur sempre un uomo, un mortale. Non il Figlio di Dio. Lo statuto di Gesù come Figlio di Dio è stato ufficialmente proposto e votato al Concilio di Nicea…. La divinità di Gesù è stato il risultato di un voto… a maggioranza assai ristretta…. Fu tutta una questione di potere… Cristo come Messia era indispensabile al funzionamento della Chiesa e dello Stato…. Costantino commissionò e finanziò una nuova Bibbia, che escludeva i vangeli in cui si parlava dei tratti umani del Cristo… i vecchi vangeli vennero messi al bando, sequestrati e bruciati…. Fortunatamente alcuni vangeli che Costantino voleva mettere al bando riuscirono a sopravvivere, tra questi i Rotoli del Mar Morto… La Chiesa ha cercato di impedire la diffusione di questi testi… Quel che intendo dire è che quasi tutto ciò che i nostri padri ci hanno insegnato di Cristo è falso." (p. 276) Cerchiamo ora di rispondere a questi fuochi d'artificio, una serie incredibile di falsificazioni. La questione della composizione storica dei Vangeli è molto complessa. Gli storici sono comunque giunti a conclusioni abbastanza sicure, dettate dalla papirologia e dalla scienza filologica degli ultimi due secoli di studi. Si tratta di scienze che evidentemente Brown non ha mai conosciuto. I Vangeli più antichi e più attestati come numero di papiri e di codici sono quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Risalgono a pochi decenni dalla morte di Cristo. Abbiamo alcuni papiri che risalgono alla fine del primo secolo, in base a criteri filologici, chimici, archeologici. Tra i più antichi possiamo ricordare: Papiro Chester Beatty II (P. 46) risale a 10-20 anni dalla stesura dell'originale, a trent'anni dalla morte di Cristo. Papiro Rylands (P. 52) è un frammento a 30 anni dall'originale di San Giovanni, scritto alla fine del primo secolo. Papiro Bodmer II (P. 66), Papiro Bodmer XIV e XV (P. 75), del secondo secolo. Papiro Chester Beatty I, P 45 pure del secondo secolo…. Ecc. Sono circa sessanta i codici risalenti ai primi quattro secoli. I codici (copie trascritte a mano prima dell'invenzione della stampa e conservati nelle principali biblioteche del mondo) complessivi del Nuovo Testamento sono addirittura 5.300, un numero immenso rispetto a tutti gli altri testi dell'antichità. Per fare un confronto, Orazio, il più fortunato, ha solo 250 codici, Virgilio 110, Platone 11, Tacito 2! [1] Esistono sì i Vangeli apocrifi (oltre ai quattro sopra citati), alcune decine, ma sono tutti molto tardivi: scritti a duecentocinquanta o trecento anni di distanza, e sono attestati da pochissimi codici. Inoltre tutti questi Vangeli confermano i caratteri divini di Cristo: molti miracoli, la risurrezione, il messaggio dell'amore… Non è stato Costantino a decidere quali Vangeli inserire nella Bibbia, ma la Chiesa primitiva, che ha riconosciuto nei quattro Vangeli l'origine apostolica, confermata dagli autori stessi, da San Paolo, da San Pietro, San Giacomo e dalla comunità primitiva. I vangeli apocrifi sono stati esclusi non perché negassero la divinità di Gesù, ma perché credevano di renderla credibile con racconti miracolosi controproducenti (i miracoli erano spesso descritti come magie quasi puerili) e perché aggiungevano teorie filosofiche di origine chiaramente successiva. E' assurdo dire che nel Cristianesimo non c'è stato nulla di originale, perché la diffusione del Cristianesimo è dovuta proprio al fatto che il messaggio era sconvolgente ed assolutamente originale: un Dio che si fa uomo, che si lascia crocifiggere, che perdona i nemici, che annuncia un amore gratuito, che risorge dopo tre giorni… Era veramente un messaggio assolutamente impensabile per la ragione umana. E' stato ritenuto di origine divina proprio per questa sua novità sconvolgente che non poteva certo essere stata partorita dalla ragione umana. Quale pensatore umano avrebbe potuto immaginare un Dio che si lascia crocifiggere? Che ama i nemici? Che perdona i suoi crocifissori? Che risorge da morte? … Inoltre i casi citati di altre divinità pagane (Adone, Mitra…) sono falsi storici. Come attestano studiosi quali J. Jeremias, K. Schubert, A. Robinson, R. Schnackenburg che sono considerati tra i massimi studiosi delle origini del cristianesimo, le divinità citate quali Mitra, Adone, Dioniso, Khrisna non hanno niente a che vedere con la storia, e le loro avventure non sono neanche lontanamente paragonabili alla storia di Cristo. In un primo tempo qualche studioso, ancora agli inizi del '900, aveva parlato di analogie, ma un'analisi più approfondita ha evidenziato che si trattava di divinità legate al ciclo della natura che alterna le sue stagioni passando dal letargo dell'inverno al rifiorire della primavera, in cui la morte e "resurrezione" non avevano niente a che vedere con un evento concreto e storico come quello di Cristo. [2] Da notare poi che Brown dimentica, stranamente, di citare le sue fonti! A quali storici si riferisce per fondare le sue affermazioni? Non un nome! Evidentemente è solo un romanziere, creatore di fantasie. Ancora più incredibile è dire che Gesù è stato divinizzato da Costantino, con un voto del Concilio di Nicea nel 325! Tutti e quattro gli evangelisti dichiarano esplicitamente che Gesù Cristo era il Figlio di Dio e il Cristianesimo è nato da subito come fede in Gesù vero uomo e vero Dio. Il Concilio di Nicea ha semplicemente deciso sul problema della Trinità, definendo che il Figlio è della stessa Sostanza del Padre. Ma si tratta di una questione trinitaria, non cristologica. Il sabato è stato sostituito dalla domenica ancora dal primo secolo, come attestano San Paolo e molti altri documenti. E' falso che la Chiesa abbia impedito la diffusione dei codici del Mar Morto, che non smentiscono affatto i Vangeli. Anzi, il famoso Frammento 7 Q 5 probabilmente è proprio il più antico frammento del Nuovo Testamento, risalente a prima del 70 d. C., ed è un codice di Qumram, grotta settima. [1] Per chi volesse approfondire, il testo più completo per la documentazione storica è Kurt Aland e Barbara Aland, Il Testo del Nuovo Testamento, tr, it. S. Timpanaro, Marietti, Genova 1987. Altri testi importanti: Carsten P: Thiede – Matthew D'Ancona, Testimone oculare di Gesù, Edizioni Piemme, 1996. Vittorio Messori, Ipotesi su Gesù, Sei , Torino , 1982, 26^ edizione. Pierre Grelot, L'origine dei Vangeli, Libreria Ed. Vaticana, Roma 1989. [2] Si può vedere al riguardo il testo di Vittorio Messori, Dicono che è risorto, Sei , Torino 2000. Oppure il testo di Gerald O' Collins, Gesù Risorto, Queriniana, Brescia 20002, pp. 116-124. http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5393 ------------------------------------------------------------------------------------------------- Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 4: Il matrimonio tra Gesù e la Maddalena Autore: Fasol, Marco Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: www.gris.org Proseguiamo ora con un'altra assurdità storica del solito Teabing, p. 287 ss: "il matrimonio di Gesù e Maria Maddalena è storicamente documentato…i Vangeli gnostici … i rotoli di Nag Hammadi e del Mar Morto… i più antichi documenti cristiani… il Vangelo di Filippo… dice che Maddalena era la "compagna" di Gesù… Gesù voleva che il futuro della sua Chiesa fosse nelle mani di Maria Maddalena…La più grande opera di insabbiamento della storia è che Gesù non soltanto era marito, ma anche padre… Maddalena era la vite da cui è nato il frutto sacro… la discendenza reale di Gesù è la fonte della leggenda più duratura che esista, il Santo Graal." Brown fa riferimento dunque a questi Vangeli gnostici, che sono quello di Tommaso, di Filippo, della Verità, ritrovati a Nag Hammadi e risalenti al IV secolo dopo Cristo. Quindi si tratta di testi scritti ad oltre trecento anni dai fatti e composti all'interno di una comunità che intendeva raccontare la vita di Gesù per confermare le proprie teorie filosofiche. Si tratta di scritti che vengono citati molto raramente da tutti i Padri della Chiesa (= scrittori cristiani dei primi quattro secoli, quali S. Clemente, S. Giustino, S. Ireneo, …), i quali invece citano circa 30 mila volte i Vangeli canonici di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Le teorie di questi vangeli gnostici, in particolare di quello di Filippo, parlano della dottrina valentiniana della "camera nuziale" concepita come il luogo dei perfetti accoppiamenti delle "sizigie" emanate da Dio. Quindi alla dottrina gnostica dell'emanazione pura e semplice si sovrappone quella della generazione e procreazione. E' chiaro che tutti gli studiosi hanno qualificato questi vangeli gnostici come "mitologia" o come "scritti di parte", viziati da pregiudizi filosofici. Solo Brown, per quanto ne so, ha il coraggio di qualificarli come "documenti storici". Quanto poi all'importanza del "principio femminino" si deve riconoscere che i Vangeli valorizzano continuamente Maria, la madre di Gesù e attribuiscono alle "pie donne" la grande dignità di essere state fedeli ai piedi della croce durante la passione e le prime testimoni della risurrezione, l'evento centrale del Cristianesimo. Non è certo necessario dunque ricorrere al "matrimonio di Gesù con Maddalena" per valorizzare la donna! Tanto più che questo matrimonio non è attestato da nessun documento dei primi tre secoli. http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5394 ----------------------------------------------------------------------------------------- Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 5: Tutte le religioni sono basate su falsificazioni Autore: Fasol, Marco Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: www.gris.org Vediamo ora il discorso conclusivo, messo in bocca ad uno dei protagonisti, lo studioso Langdon, sulle religioni come falsificazioni della storia: (p. 401 ss): "Tutte le religioni del mondo sono basate su falsificazioni. E' la definizione di "fede": accettare quello che riteniamo vero ma che non siamo in grado di dimostrare. Ogni religione descrive Dio attraverso metafore, allegorie e deformazioni della verità, dagli antichi egizi fino agli attuali insegnamenti di catechismo. Le metafore sono un modo per guidare la nostra mente a spiegare l'inspiegabile." Oltre due secoli di esegesi biblica alla luce di criteri filologici e storici e di scoperte relative ai generi letterari dell'antichità ci hanno aiutato a comprendere i testi sacri. L'interpretazione letterale è certamente ingannevole perché non tiene conto del contesto culturale e dei generi di comunicazione dell'epoca. E' quindi un criterio scientifico di esegesi biblica (= spiegazione del significato inteso dall'autore) andare al di là della lettera, spiegando il significato dei simboli, delle metafore, delle parabole ecc. Ma questo non significa "falsificare" la storia, quanto piuttosto penetrare nel significato nascosto ad una prima lettura. Ha dunque ragione Brown a sostenere l'importanza delle metafore e dei simboli, ma questi non coinvolgono il nucleo storico, l'evento fondante del Cristianesimo: l'annuncio della morte e risurrezione di Gesù, fondamento della fede. E' il fatto più documentato e storicamente accreditato del Cristianesimo, che è nato appunto da quel primo annuncio. La storicità di questo evento fondante si può dimostrare attraverso più argomentazioni convergenti. Argomentazione filologica. Gli studiosi sono concordi nell'individuare nel Nuovo Testamento alcuni brevi brani, alcune "gemme preziose", che per stile linguistico, per lessico, per struttura sintattica, risultano essere antichissime, di origine semitica (la struttura lessicale e sintattica è ebraica e aramaica). Il primo annuncio della risurrezione è contenuto in 1 Cor 15,1-8, e vi sono una decina di altri testi analoghi, contenuti soprattutto nelle lettere di San Paolo (i testi più antichi del Nuovo Testamento), risalenti al 55 – 65 dopo Cristo, quindi a circa trent'anni dai fatti. Questi testi sono i resoconti dei testimoni oculari, che "pensavano in ebraico" come risulta dalla sintassi e dal lessico di queste "gemme preziose". Questi documenti attestano che vi era nella chiesa primitiva un formulario liturgico, ripetuto a memoria, che esprimeva la fede delle prime comunità nella risurrezione di Cristo, come l'evento più prezioso. Argomentazione storica sulla credibilità dei testimoni e sulla consequenzialità logica degli eventi. Vi è poi tutta la contestualizzazione storica che spiega come l'evento della risurrezione fosse inaspettato ed avesse sconvolto i primi discepoli che non si aspettavano certo né la crocifissione, né ancor meno la risurrezione. Rimanevano chiusi nel cenacolo, nella paura di essere catturati. Si aggiunga che un popolo intero era stato testimone della vita e della morte di Cristo, per cui l'annuncio della risurrezione non avrebbe potuto reggere neppure un pomeriggio se non ci fosse stato veramente in Gerusalemme il sepolcro vuoto e se non ci fossero state veramente le apparizioni del Risorto. Il più grande cambiamento etico, culturale, religioso della storia richiede dunque un evento fondante adeguato, che non può che essere appunto la risurrezione. Argomentazione dei documenti manoscritti. Come abbiamo visto sopra, abbiamo migliaia di codici antichissimi dei quattro Vangeli canonici, copiati a mano dagli amanuensi, sparsi in tutte le biblioteche più antiche del mondo, che documentano questo evento miracoloso. Raccolte di particolare importanza si trovano nel monastero del Monte Athos, con circa 900 manoscritti, nel monastero di Santa Caterina nel Sinai, con circa 300 manoscritti, a Roma (367 manoscritti), Parigi (373) Atene (419), Londra (271), San Pietroburgo (233), Gerusalemme (146), Oxford (158), Cambridge (66), Mosca (96), Patmos (81), Firenze (79), Grottaferrata (69) e in molte altre località con un numero minore di manoscritti. Non vedo proprio come Brown possa parlare di "falsificazioni". Se mai nessuno ha ragionevolmente dubitato sull'autenticità della trasmissione dei codici dei classici, quali Orazio o Cesare o Virgilio…molti dei quali hanno solo qualche decina di manoscritti, alcuni solo due o tre … a ben maggior ragione nessuno dovrebbe storicamente dubitare sull'autenticità della trasmissione dei manoscritti del Nuovo Testamento. Tanto più che i manoscritti, ritrovati in Biblioteche di tutta Europa, nord Africa, Asia, pur essendo varie migliaia, non presentano varianti di grande rilevanza testuale. In altre parole il testo mantiene sempre la sua integrità sostanziale e il suo messaggio inequivocabile. La ricerca filologica di critica testuale ci rafforza dunque nella convinzione che ci troviamo di fronte al testo di gran lunga più documentato, quanto a numero e antichità dei manoscritti, nella storia. Il testo attuale che leggiamo nelle nostre edizioni dei Vangeli è stato tradotto dall'originale greco, secondo il cosiddetto "testo standard", ed. Nestle Aland, 1984. Questo testo è stato definito sotto la responsabilità di un gruppo di filologi delle più importanti scuole filologiche del mondo: K Aland (Münster), M Black (St Andrews), C. M. Martini (Roma), B. M. Metzger (Princeton), A. Wikgren (Chicago). Si tratta infatti di un'edizione che ha confrontato e soppesato non solo i più di cinquemila codici a disposizione, ma anche tutto il materiale delle versioni antiche (latine, siriache, copte, armene, georgiane, gotiche, slave, etiopiche…) e delle citazioni dei Padri della Chiesa. Leggiamo la presentazione del cardinal C. M. Martini al lavoro di K. e B. Aland, sintesi di tutta la loro vita di ricerca filologica: "Il viaggio … approda … nel cuore della parola biblica riscoperta nella sua purezza. E' una vera e propria avventura scientifica condotta col sussidio di un'immensa e puntuale documentazione. E la scoperta fondamentale è sempre quella sorprendente di un testo che, nonostante il fluire dei secoli e le molteplici trascrizioni, si è conservato fedelmente, permettendo così agli studiosi e ai traduttori di farlo risuonare, intatto nelle nostre comunità e per i singoli lettori, credenti e no" [1]. In conclusione dobbiamo riconoscere che le frasi affrettate di Brown sono degne solo di un thriller scritto per guadagnare soldi, e come tali vanno recepite. Sono il parto di una fantasia finalizzata al profitto ed al successo, che non ha niente a che vedere con la competenza e la documentazione storica degli studiosi che abbiamo appena visto e che giunge a conclusioni chiaramente antitetiche a quelle di Brown. Sappiamo poi che non appena un autore critica il cristianesimo, la chiesa, la storicità dei vangeli,… aggiunge poi un mix di complotti, occultismi, riferimenti a società segrete, alla leggenda del Santo Graal, alle orge sessuali collettive…. viene subito osannato ed incensato dalla critica laicista imperante… le recensioni benevole si moltiplicano…le case editrici, con i loro canali pubblicitari ci convincono che si tratti di una lettura emozionante… ed il successo economico è assicurato! [1] Kurt e Barbara Aland, Il Testo del Nuovo Testamento, op. cit. p. XII. http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5395 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 6: Osservazioni storiche su fatti e personaggi Autore: Fasol, Marco Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: www.gris.org Uno dei motivi del successo del Codice è certamente costituito dalla lunga serie di riferimenti culturali, artistici, storici, teologici che costellano la narrazione, fino a diventare addirittura gli assi portanti del racconto. Non si tratta di un thriller qualsiasi, ma di un intreccio sapientemente dosato di storia dell'arte, esoterismi, leggende spacciate per documentate novità storiche e teologiche addirittura. Così il lettore si trova immerso in un mondo nuovo, in cui il Cristianesimo viene demolito e sostituito con il culto della Dea Madre, del Sacro Femminino, con un Cristo marito della Maddalena ecc. In quest'opera di fantasia vengono citati numerosi fatti ed eventi che richiedono una spiegazione, dal momento che possono avere un qualche fondamento. Il "Codice da Vinci" = l'uomo vitruviano Nel suo libro sull'architettura, Vitruvio (I sec.) scrive che le misure del corpo umano sono distribuite dalla natura secondo proporzioni matematiche. Ad esempio la lunghezza delle braccia di un uomo è pari alla sua altezza. Il disegno di Leonardo dell'Uomo vitruviano era un'illustrazione per un libro sulle opere dell'architetto. E' l'opera preferita da Sophie Neveu, e la posa assunta da suo nonno, Jacques Saunière, prima di morire. Da qui partiranno gli indizi per l'inseguimento del segreto. L'Ultima Cena Da alcuni storici dell'arte è considerato il dipinto più importante del mondo. Dan Brown evidenzia alcuni significati simbolici attraverso Teabing, che rivela a Sophie che Leonardo ha codificato nel suo dipinto un grande segreto. Il dipinto murale fu realizzato tra il 1495 e il 1497. La Cena rappresenta il momento in cui Gesù ha appena annunciato ai suoi che uno Lo tradirà. Secondo Brown la figura a destra di Cristo (a sinistra per chi guarda) è una figura femminile. Rappresenterebbe Maria Maddalena e sarebbe reclinata indietro in modo da formare con Cristo una V, che sarebbe la lettera che simboleggia il Sacro Femminino. Monna Lisa E' il dipinto più conosciuto e famoso al mondo, si trova al Louvre e fa la sua comparsa nel thriller quando Sophie e Langton vi sono condotti dagli indizi lasciati da Saunière. Probabilmente è un ritratto della moglie di Francesco del Giocondo che l'aveva commissionato a Leonardo nel 1503-06. Secondo l'autore rappresenterebbe un volto asessuato o forse fedele immagine speculare del viso di Leonardo che sarebbe stato un sostenitore del principio femminile: "pensava che un'anima umana non potesse essere illuminata a meno che non possedesse insieme elementi maschili e femminili". Monna Lisa non sarebbe "né maschio né femmina, conterrebbe un sottile messaggio di androginia, una fusione dei due sessi" (p. 144-45). Lo gnomone di Saint Sulpice E' la meridiana della chiesa parigina di Saint Sulpice, in cui è nascosta la chiave di volta che cerca il killer Silas. Lo gnomone fu costruito nel 1737, per stabilire la data degli equinozi, in modo da poter calcolare ogni anno la caduta della Pasqua. E' una striscia di ottone che corre da nord a sud, sul pavimento del transetto della chiesa. I raggi del sole al solstizio d'inverno, il 21 dicembre, arrivano ad un punto particolare. Ma tutto venne distrutto con la rivoluzione francese. Vangeli apocrifi gnostici La gnosi si diffuse a partire dal secondo secolo e fu combattuta dagli scrittori cristiani, per cui noi potevamo conoscere lo gnosticismo solo attraverso le critiche. Solo nel 1945, in Egitto, a Nag Hammadi sono stati scoperti alcuni vangeli apocrifi gnostici: quello di Tommaso, di Filippo e della Verità. Risalgono al quarto secolo. Qui è contenuto il racconto della relazione tra Gesù e Maddalena (il testo parla di Maddalena come "compagna" di Gesù, di "baci sulla bocca" frequenti e di una gelosia degli apostoli nei confronti di Maddalena che sembra essere privilegiata rispetto a loro. Non parla però di una discendenza derivante dall'unione di Gesù e Maddalena). Il Priorato di Sion Il Priorato di Sion è una società segreta fondata nel 1099 a Gerusalemme dai Crociati. Questa società è alla base della trama dell'intero Codice da Vinci. Infatti l'assassinio di Jacques Saunière che inizia il thriller intende colpire proprio il Gran Maestro di questo Priorato che aveva vantato tra i propri adepti e Gran Maestri addirittura Leonardo, Botticelli, Newton, Hugo, Jean Cocteau… da ultimo proprio Jacques Saunière. Questo Priorato operò in sintonia con i Templari, ma poi se ne staccò e proseguì con i Rosacrociani. Secondo una teoria di alcuni storici inglesi, ovviamente non documentata, lo scopo del Priorato consisterebbe nel salvaguardare lungo la storia la dinastia dei discendenti di Gesù e Maddalena. Il Priorato di Sion praticava il culto di Maria Maddalena. Lo Hieros Gamos E' il rituale sessuale sacro che ha indotto Sophie a rompere i contatti con il nonno Jacques Saunière per dieci anni, dopo averlo spiato mentre partecipava a tale cerimonia, osservato da un gruppo di adepti. L'espressione è greca ed indica "matrimonio sacro". Riprende gli antichi culti della fertilità. Aveva lo scopo di far conseguire all'uomo la gnosis, ossia la conoscenza diretta del divino, attraverso l'unione sessuale ritualizzata con una donna riconosciuta come sacerdotessa. Alla base vi è la teoria dell'incompletezza dell'uomo che può raggiungere la divinità solo nell'unione con la donna, sia spiritualmente che fisicamente. Secondo gli eretici medievali un simbolo di questa unione era felicemente espresso nella rosa, che propriamente era considerata la rappresentazione dei genitali femminili. Maria Maddalena Ha un ruolo fondamentale nel Codice. Nel libro del Santo Graal (di M. Baigent. H. Lincoln, R. Leigh) viene avanzata l'ipotesi che Maria Maddalena fosse la moglie di Cristo e la madre della sua progenie, in particolare di una bambina di nome Sara, che perpetuerebbe un'intera dinastia della linea di Davide. Questa dinastia sarebbe continuata fino a diventare quella dei Merovingi, re di Francia, per poi occulatarsi sotto la protezione di una società segreta, il Priorato di Sion. Brown dà per scontato che Cristo si fosse sposato, dal momento che era la prassi di ogni ebreo. Nell'epoca moderna si è anche diffusa l'idea di Maddalena come incarnazione del Femminino Sacro, lo spirito della Dea Madre. Il Santo Graal Lo scopo finale del libro di Brown è la scoperta di che cosa sia veramente il Santo Graal. Veniva generalmente descritto, nelle varie versioni leggendarie, come un calice che conteneva il sangue di Cristo. Ma vi erano anche altre rappresentazioni: un piatto d'argento, una pietra caduta dal cielo, una spada, una lancia… Sarebbe stato portato in Bretagna da Giuseppe d'Arimatea. I primi romanzi cavallereschi sul Santo Graal furono scritto nel XII – XIII secolo, nello stesso periodo in cui diventano importanti i cavalieri Templari in Europa. Brown fa propria l'idea che il Santo Graal sia una metafora della discendenza di Cristo e Maddalena. Si tratta di un'idea molto recente! http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5396 --------------------------------------------------------------------------------------------------- Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 7: Calunnie contro il Cattolicesimo e l’Opus Dei Autore: Fasol, Marco Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: www.gris.org Il thriller presenta, a partire dalle prime pagine, una chiara impostazione aggressiva nei confronti del Cattolicesimo lungo la storia, della Chiesa come gerarchia, e soprattutto della "Prelatura del Vaticano" nota come "Opus Dei". Le critiche al cattolicesimo sono state già esposte nei punti precedenti 1, 2 e 3; riguardano la storicità dei Vangeli e la presunta manipolazione operata dalla Chiesa sugli apocrifi e sul ruolo direttivo che Gesù avrebbe affidato a Maddalena. Un particolare approfondimento merita invece il discorso pesantissimo sull'Opus Dei che viene così presentata a partire dalle prime pagine: "La prelatura del Vaticano, nota come Opus Dei è un'associazione cattolica la cui profonda devozione è stata oggetto di interesse dai media dopo i rapporti di lavaggio del cervello, di coercizione e di una pericolosa pratica chiamata 'mortificazione corporale' (p. 9) …. Tutti i veri seguaci della Via (= Opus Dei) portano il cilicio legato alla coscia, … una fascia di cuoio irta di uncini metallici che incidevano profondamente la pelle come continuo memento delle sofferenze di Cristo. Il dolore causato dagli uncini aiutava anche a vincere i desideri della carne. (p. 23)…(il killer Silas, membro dell'Opus) poi afferrata una grossa corda si sferzò con violenza la schiena, in modo da sentire i nodi ferirgli la pelle… 'castigo corpus meum'. E infine sentì scorrere il sangue…. In una non meglio precisata "università del Midwest americano è stata scoperta la somministrazione di mescalina agli aspiranti membri dell'Opera, per portarli ad uno stato euforico che doveva essere interpretato come un'esperienza estatica religiosa", (p. 43). Anche la misoginia viene presentata come un luogo comune dell'Opus, "le donne erano sottoposte a ulteriori richieste di mortificazione personale, come punizione per il peccato originale. Pareva che il boccone del frutto della conoscenza assaggiato da Eva fosse un debito che le donne dovevano espiare per l'eternità" (p. 58). Ma che cos'è allora veramente l'Opus Dei? E' un'associazione cattolica, fondata in Spagna nel 1928 da Mons. Josemaria Escrivà de Balaguer, canonizzato solennemente nel 2002. L'Opus conta almeno 80 mila membri nel mondo ed è diffusa in più di 60 paesi. E' stata riconosciuta da Giovanni Paolo II come "Prelatura personale" dal 1982. Uno dei testi fondamentali per comprendere la spiritualità di questa fondazione è Il Cammino o La Via, come viene citato nel testo di Brown. Si tratta di un testo di elevata spiritualità che riassume la visione teologica del Fondatore, arricchendola anche con un ampio ventaglio di consigli pratici per le varie circostanze della vita quotidiana. Il Cammino è divenuto un "vademecum" per gli affiliati. Il carisma dell'Opus si può riassumere nell'evangelizzazione attraverso l'impegno professionale del laicato. Per questo alcuni teologi hanno individuato nella spiritualità del lavoro e del laicato l'asse portante della teologia di Mons. Escrivà. In questo il Fondatore aveva anticipato la teologia del Concilio Vaticano II che proclama l'universale vocazione alla santità (Lumen Gentium, cap. III), per cui anche i fedeli impegnati nel mondo possono raggiungere la santità. Quindi anche i laici, nella loro vita matrimoniale e nella loro professione economica, politica, culturale… sono chiamati a raggiungere la santità, perché il Regno di Dio non è monopolio del clero e della gerarchia ecclesiastica, ma si estende ad ogni realtà autenticamente umana, nel rispetto dell'autonomia legittima dei diversi ambiti terreni. Il Concilio Vaticano II (1962-65) confermerà questa intuizione del Fondatore dell'Opus, riconoscendo appunto che la Chiesa deve superare la concezione clericale che relegava il laicato ad un ruolo subalterno e per certi aspetti quasi estraneo all'evangelizzazione ed al Regno di Dio. La Chiesa viene infatti proclamata dal Concilio come popolo di Dio in cammino verso il Regno, che viene realizzato nella storia attraverso la vita familiare (il matrimonio è un sacramento!), l'impegno politico, economico, culturale, sociale … elevati alla dignità di vie ordinarie verso la santità. Nei testi di spiritualità di Mons. Escrivà non c'è traccia di quella "mortificazione corporale" di cui parla Brown, mortificazione che arriverebbe addirittura alla flagellazione fino al sangue. Anche perché si tratterebbe di un'offesa alla creazione di Dio, dal momento che il corpo è appunto creatura divina e non ha nulla di peccaminoso o perverso. Le affermazioni di Brown sono calunnie tipiche di un osservatore esterno che probabilmente intende aggredire un'istituzione cattolica, da sempre criticata soprattutto da parte del protestantesimo anglosassone, nel contesto della politica americana. http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5397 ----------------------------------------------------------------------------------------------- Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 8: Valutazione conclusiva Autore: Fasol, Marco Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: www.gris.org Giunti alla fine del percorso critico, possiamo anche osservare con distacco, in uno sguardo complessivo, il testo di Brown. Alla fine del discorso, non dobbiamo dimenticare che si tratta di un "romanzo" con tutte le caratteristiche di questo genere letterario, il cui primo requisito è la fantasia e l'invenzione. Possiamo allora leggere con divertimento la sequenza dinamica ed avvincente di questo thriller di successo, senza mai dimenticare le parole in esergo: "questo libro è un'opera di fantasia." E se questo libro ci ha suscitato delle domande sui fondamenti della nostra fede e ci ha stimolato a rivisitare la storicità dei Vangeli, della vita di Gesù… se ci ha invitato ad interessarci dei Vangeli apocrifi, per confrontarli con quelli autentici e farci scoprire così l'abisso tra la sobrietà storica di questi ultimi e la nebulosa evanescenza ed infodatezza degli apocrifi… allora possiamo concludere che il Codice da Vinci è diventato addirittura un'occasione per recuperare la solidità storica del nostro patrimonio cristiano che da due millenni ha riempito il cuore e l'anima di milioni di persone. Così l'odio ed il risentimento anticattolico dell'autore si trasforma da parte nostra in una rinnovata e consapevole riappropriazione di quell'amore e di quella speranza che Cristo ci ha affidato come il tesoro più prezioso. Verona, 8 dicembre 2004 a cura di Marco Fasol http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5398 ------------------------------------------------------------------------------------------------------ Codice Da Vinci: una critica Autore: Bergamino, Paolo Curatore: Buggio, Nerella Fonte: CulturaCattolica.it "Calunniate, calunniate, qualcosa resterà" (Voltaire) Ogni lettura lascia una traccia, un segno seppur piccolo che sia nella memoria, sia a livello conscio e razionale (soprattutto se la lettura è interessante e ci ha insegnato qualcosa), sia a livello inconscio restano come una lontana reminiscenza, che tuttavia fa parte del nostro essere; quindi occorre scegliere con attenzione ciò che si legge. Chi non lo ha letto e ha solo sentito parlare del successo internazionale del romanzo di Dan Brown "IL CODICE DA VINCI" (Mondadori 2004), sappia che non è una lettura costruttiva, bensì un abominio di calunnie contro la Chiesa e contro Cristo. Come riporta il giornalista Tomas Roeser sul Chicago Sun Times «Nella nostra società "corretta" una dichiarazione razzista, antisemita, contro omosessuali, o le donne può squalificare uno scrittore per molto tempo; ma non succede così con gli insulti a Cristo e ai suoi discepoli. Paradossalmente scrivere un lungo libro su una cospirazione cattolica piena di falsità garantisce abbondanti vendite e notorietà». Per poterne parlare riporto, aiutato dal prof. Marco Fasol, la trama del romanzo: Jacques Saunière, uno studioso, curatore del Louvre, è vittima di un misterioso assassino all'interno del Museo. La vittima ha lasciato una serie di indizi, a partire dalla posizione che è riuscito ad assumere nell'agonia, posizione che è quella del celebre uomo vitruviano del Codice da Vinci. Il racconto si snoda, avvincente ed imprevedibile, attraverso una lunga notte di omicidi e inseguimenti rocamboleschi, da Parigi a Londra. Il punto chiave degli indizi è l'interpretazione dell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci, in cui la figura alla destra di Cristo non rappresenterebbe il discepolo prediletto, bensì Maria Maddalena e la gerarchia della Chiesa, lungo la sua storia, avrebbe intenzionalmente occultato quanto è riferito dal Vangelo gnostico e apocrifo di Filippo, che parla di un matrimonio tra Gesù e la Maddalena (simboleggiata nella leggenda medievale del "Santo Graal" del sangue di Cristo). Secondo Brown era Cristo stesso che aveva designato la Maddalena a succedergli alla guida della Chiesa. La discendenza di Cristo e Maddalena si sarebbe prolungata, in incognito, lungo la storia, attraverso la dinastia dei Merovingi e poi – a partire dal 1090 in Terra Santa - attraverso il Priorato di Sion, una setta segreta che pratica orge sessuali rituali, depositaria del segreto del santo Graal. Questa setta si è prolungata lungo la storia, annoverando tra i suoi adepti personaggi del rango di Leonardo, Newton, Hugo. L'opposizione agli ultimi eredi del Priorato è guidata dal vescovo Manuel Aringarosa, dell'Opus Dei, che ingaggia un ex killer convertito, Silas, affinché recuperi dai capi del Priorato di Sion il cryptex (un piccolo cilindro di pietra) contenente il segreto su Gesù e Maddalena. L'inseguimento sulla base degli indizi da decodificare è condotto dai due protagonisti che guidano il lettore attraverso i meandri del racconto: Robert Langton, un professore di Harvard che aggiorna continuamente il lettore sulle sensazionali "scoperte storiche" occultate dalla Chiesa nei secoli, e l'avvenente criptologa e investigatrice della polizia francese, Sophie Neveu, di cui lo studioso assassinato all'inizio era il nonno. Quest'ultima scoprirà così, alla fine, di essere la discendente di Gesù e Maddalena. Il pericolo è che il lettore, che spesso non vaglia fino in fondo ciò che sta leggendo, possa prendere le affermazioni del romanzo come fatti plausibili ed attendibili, minando la poca o fragile formazione religiosa che porta dentro se stesso. Per tale motivo sono doverose delle riflessioni. "Calunniate, calunniate, qualcosa resterà" (Voltaire). Pur essendo un romanziere e non uno storico, né un teologo, tuttavia Brown è riuscito ad insinuare il dubbio e il sospetto su Cristo e sul suo messaggio, soprattutto nei lettori che non hanno una specifica preparazione. Brown ha messo in bocca ai suoi personaggi calunnie vergognose su Gesù Cristo, la Chiesa cattolica, l'Opus Dei, la storia del cristianesimo menzognero, violento e sanguinario … ponendosi al riparo dalle accuse di diffamazione, premettendo una dichiarazione d'innocenza: «questo libro è un'opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell'autore». Ciononostante a pagina 9, in apertura del romanzo, aggiunge che «Tutte le descrizioni di opere d'arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenuti in questo romanzo rispecchiano la realtà». «Il Codice Da Vinci è inesatto fin nei piu' piccoli particolari. Di per sé il libro è un attacco al cristianesimo.» [Frank Wilson sul Pittsburg Post-Gazette]. «…I riti che descrive sono il frutto di un miscuglio di racconti immaginari...» [Cynthia Greiner sul Weekly Standard]. Massimo Introvigne, direttore del Centro Studi Nuove Religioni, in un recente saggio "Gli Illuminati e il Priorato di Sion" edito da Piemme, ci svela, con dettagliati dati alla mano, che il romanzo non è altro che un cumulo di invenzioni, datazioni erronee, scopiazzature di documenti a loro volta inventati. Tutto ciò è risaputo oggi giorno, ma i mass-media continuano a far finta di niente. Come scrive Franco Cardini su Avvenire: «Su tutto quest'intrico di brutte favole si è fatta da tempo piena luce, […] gazzettieri e televisionari continuano a impestarci con queste ridicole storie. E le prove documentarie, la filologia, le denunzie per falso, nulla scalfisce questo monumento all'imbecillità e al cattivo gusto». Potrei andare avanti fornendo citazioni di autorevoli pensatori e scrittori che dimostrano con "documenti storici" che le presunte verità storiche del romanzo non sono che falsità, ma al di là di tutto ciò è doveroso ribadire che il libro è un affronto a Cristo, a Colui che ha vinto la morte, donando la propria vita sulla croce, riscattando il nostro peccato. Nel libro viene visto solo con occhi umani, ciechi ai suoi insegnamenti: Brown sembra dirci: "…guardate che il vostro Cristo, il Re dei giudei è morto, si è goduto la vita con la Maddalena; che la vostra Chiesa non è altro che un cumulo di falsità, di menzogne; che chi sa viene ucciso, emarginato…" Si sa che il Demonio è menzognero e padre della menzogna e i suoi seguaci non possono che fare altrettanto. Nella prospettiva di vedere tutto nella visione positiva di Cristo, (OMNIA IN BONUM) che trae bene anche dove vi è solo male, se il romanzo ci ha suscitato delle domande sui fondamenti della nostra fede e ci ha stimolato a rivisitare i Vangeli apocrifi per confrontarli con quelli autentici, allora si può anche affermare che il "Codice" è divenuto addirittura uno strumento per recuperare e rafforzare il nostro patrimonio cristiano. http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5399 ------------------------------------------------------------------------------------------------ Il Codice da Vinci Processo al Codice Da Vinci Per non prenderlo troppo sul serio... Il Codice Da Vinci: come ingannare i lettori Il Codice Da Vinci fa discutere Il Codice Da Vinci: ma la storia è un’altra cosa Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia: Introduzione Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 1: Riassunto Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 2: Sguardo d’insieme Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 3: La storicità di Cristo e dei Vangeli Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 4: Il matrimonio tra Gesù e la Maddalena Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 5: Tutte le religioni sono basate su falsificazioni Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 6: Osservazioni storiche su fatti e personaggi Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 7: Calunnie contro il Cattolicesimo e l’Opus Dei Il Codice Da Vinci tra storia e fantasia - 8: Valutazione conclusiva Codice Da Vinci: una critica http://culturacattolica.it/default.asp?id=190&id_n=5390