LA CHIESA CATTOLICA LANCIA IL UN FILM CONTRO LOURDES-VERGOGNA
Lourdes, della trentottenne regista austriaca Jessica Hausner
Il film narra appunto di un pellegrinaggio a Lourdes. Tra i pellegrini ci sono malati e persone sane, che intraprendono questo viaggio nella speranza di trovare un conforto spirituale o perché sono alla ricerca di una guarigione corporale. La protagonista del film è Christine, una giovane donna costretta da una malattia incurabile all’immobilità, che recatasi in pellegrinaggio a Lourdes – più per uscire da un forzato isolamento che per sentimenti devozionali – si ritrova, quasi come in sogno, completamente guarita, in grado di muoversi e camminare. Lo spettatore viaggia insieme a lei, scopre Lourdes attraverso i suoi occhi e si immedesima nel suo desiderio di allacciare legami sociali e affettivi con gli altri, a partire da Maria, una giovane volontaria dell’Ordine di Malta che si prende cura di lei. Christine osserva l’universo di Maria con un pizzico di invidia. Vede Maria come un’eco del suo passato e questo le infonde speranza. Ma Maria preferisce frequentare i suoi coetanei e talvolta tenta di sfuggire allo spettacolo della malattia. Christine si accontenta allora della compagnia della signora Hartl, una sessantenne brusca e solitaria. La signora Hartl non è andata a Lourdes per curare un male fisico ma per tentare di alleviare le sofferenze di una vita interamente trascorsa in solitudine. Prova il bisogno di dare un senso alla sua esistenza vuota, di colmare questo vuoto con una missione. Lo troverà prendendosi cura di Christine, pregando per lei. E la sua preghiera sarà esaudita: durante il soggiorno, la salute di Christine migliora miracolosamente e alla fine la donna guarisce : è di nuovo in grado di camminare. La guarigione suscita ammirazione, ma anche dubbi e gelosie. Il comitato dei medici di Lourdes è chiamato a esprimersi sul miracolo. Il verdetto è incerto, in quanto la malattia di Christine è imprevedibile : le sue condizioni possono migliorare notevolmente ma anche aggravarsi con altrettanta facilità. Christine si aggrappa a questa nuova occasione di felicità, pur temendo che possa rivelarsi effimera. E così sarà: alla fine della festa a conclusione del pellegrinaggio, Christine si ritroverà sulla sua sedia a rotelle. Forse il miracolo non c’è stato, certamente non s’è verificato quello interiore, più volte dichiarato indispensabile, non per la vita fisica, ma per la vita cristiana.
La pellicola, opera di una regista che si dichiara non credente, è comunque interessante e ben girata. Sarà senz’altro oggetto di dibattito. Intanto, a Venezia ha incassato una serie di riconoscimenti tra cui il Premio Signis dell’Organizzazione cattolica internazionale per il cinema, il Premio La Navicella della Fondazione Ente dello Spettacolo e Rivista del Cinematografo e il Premio Fipresci assegnato da una giuria internazionale di critici.
http://www.toscanaoggi.it/notizia_3.php?IDNotizia=12391&IDCategoria=1
CENTRO ANTI-BLASFEMIA
LOURDES UN FILM CONTRO I MIRACOLI DI LOURDES
Questo film è blasfemo, prima di tutto perché è fantasia, e sappiamo che il detto del saggio dice: "Scherza coi fanti e lascia stare i Santi",
secondo perchè la regista Jessica Hausner è atea, quindi non è competente in materia di fede, terzo perché a Lourdes sono avvenuti
moltissimi miracoli veri e nel film il miracolo non avviene e c'è molta aria di inganno.
Quello che sconcerta è che questo film blasfemo contro la sacralità di Lourdes è stato premiato dai cattolici:
Premio Signis dell’Organizzazione cattolica internazionale per il cinema alla mostra del cinema di Venezia 2009.
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La realtà è quella che conta, la fantasia rimane falsiltà inutile, anche se si tratta di un buon film di alto livello artistico.
Vediamo Lourdes nella realtà:
Il santuario di Lourdes è particolarmente associato alla speranza di ottenere guarigioni miracolose, ed è pertanto meta di un grande numero di fedeli infermi. In Italia vi sono tre associazioni di volontari, l'UNITALSI, l'OFTAL, e lo SMOM (Sovrano Militare Ordine Di Malta), che organizzano il trasporto e l'assistenza degli ammalati a bordo di treni e aerei convenientemente attrezzati. Dal 1958 si svolge annualmente il Pellegrinaggio Militare Internazionale, che riunisce migliaia di fedeli che lavorano in "divisa" al servizio degli altri.
Processione pomeridiana degli ammalati intorno al Santuario
Secondo i credenti, per invocare la guarigione è particolarmente efficace il rito dell'immersione nelle piscine, appositamente realizzate, riempite con l'acqua che sgorga dalla sorgente presso la grotta delle apparizioni. La stessa sorgente alimenta anche le fontane, dalle quali i pellegrini bevono l'"acqua di Lourdes", riempiendone bottiglie e taniche da portare a casa.
Dal 1905 è in funzione presso il santuario il Bureau Médical (ufficio medico), che raccoglie le segnalazioni di presunte guarigioni miracolose. A tutto il 2006, 67 casi di guarigione sono stati riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa cattolica come miracoli.
http://it.wikipedia.org/wiki/Nostra_Signora_di_Lourdes
Alcuni miracoli di Lourdes:
http://www.gesuemaria.it/i-miracoli-di-lourdes-5.html
A Lourdes avvengono ancora dei miracoli, o almeno dovrebbero essere tali :
IL MIRACOLO DI LOURDES. LA STORIA DI ANTONIETTA MALATA DI sla E ORA GUARITA
http://irpinianelmondo.wordpress.com/2009/08/26/il-miracolo-di-lourdes-la-storia-di-antonietta-malata-di-sla-e-ora-guarita/
I miracoli di Lourdes non sono una montatura:
http://www.zenit.org/article-2728?l=italian
Le 67 guarigioni inspiegabili
http://it.wikipedia.org/wiki/Miracoli_di_Lourdes#Le_67_guarigioni_inspiegabili
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Ora perchè inventare un falso miracolo e far perdere la speranza a dei poveri malati che vogliono recarsi a Lourdes ?
Questo film contro la fede e la speranza non solo è sotto la regia dell'atea austriaca Jessica Hausner, ha avuto un premio
dagli atei razionalisti UAAR:
Il “Premio Brian”, alla sua IV edizione, viene quest’anno attribuito al film Lourdes della regista Jessica Hausner per l’approccio razionalista al tema del miracolo.
http://www.uaar.it/news/2009/09/11/assegnato-premio-brian-2009/
Certo agli atei farebbe comodo che le cose fossero come nel film, ma la realtà è diversa è questa solo è importante,
le favole, specialmente quelle degli atei sono spazzatura.
http://sites.google.com/site/centroantiblasfemia/
http://sites.google.com/site/centroantiblasfemia/Home/lourdes-un-film-contro-i-miracoli-di-lourdes
Una Lourdes troppo buia per essere vera
Vittorio Messori, Corriere della Sera del 12 febbraio 2010
La prospettiva di Jessica Hausner nel suo Lourdes è dichiarata subito, sin dalla scena iniziale, coll’inquadratura dall’alto della sala da pranzo per i pellegrini. Nessuna finestra, ma una luce artificiale fioca, su un ambiente claustrofobico: nero il pavimento, nere le pareti cui sono appesi crocifissi neri, nere le gonne e i pantaloni del personale, neri i mantelli delle hospitalières con la croce di Malta, nere le divise dei Cavalieri dell’Ordine, neri i clergyman dei preti. A quei tavoli funerei prende posto,in silenzio, una turba da corte dei miracoli di nani, paralitici, cancerosi, assistiti da volontari tanto formalmente educati quanto distratti o perplessi (“che ci faccio, qui?”), vivi solo nello scambio di sguardi tra ragazze col velo e giovanotti col basco. Poca, pochissima luce in tutto il film, la cui cifra cromatica è il plumbeo: nuvole nere nel cielo persino nelle pochissime scene all’aperto. Anche la benedizione eucaristica del pomeriggio –l’appuntamento quotidiano più amato dai pellegrini, assieme alla processione notturna con le fiaccole– non è girata, come è nel vero, sulla grande, luminosa Esplanade che fronteggia i tre santuari sovrapposti. No, la Hausner ha scelto di ambientarla nell’enorme chiesa sotterranea, dove non penetra alcuna luce. Poca luce pure per la lugubre festicciola finale. E buia, ovviamente, la scena topica della guarigione –miracolosa o casuale che sia– della tetraplegica venuta a Lourdes non per fede, ma per sfuggire dalla casa dove il male la imprigiona.
Crediamo abbia visto bene la UAAR, “Unione degli atei e degli agnostici razionalisti“ nell’attribuire a questo film il suo beffardo premio intitolato a Brian, dal nome di una dissacrante pellicola su Gesù. Dicono, questi atei organizzati, che l’opera della Hausner potrà aiutare a perdere la fede “chi non è ancora approdato a una visione disincantata e scettica“. Pure la Massoneria ha espresso il suo apprezzamento. Che dire, allora, del premio attribuito dagli uomini di cinema cattolici, riuniti in un’associazione riconosciuta ufficialmente dalla Santa Sede? Che dire della diocesi milanese che ha deciso di sponsorizzare quest’opera, diffondendola nelle parrocchie?
Verrebbe in mente quanto mi disse un Umberto Eco ironicamente deluso, quando analoghi premi cattolici (uno, addirittura dalla Loyola University, l’ateneo dei gesuiti americani) furono attribuiti al film tratto dal suo Il nome della rosa: “Io ho faticato per fare un libro radicalmente agnostico se non ateo, sperando di suscitare un dibattito infuocato. E invece no, ‘sti preti mi fregano , applaudendomi e riempiendomi di premi. Quasi quasi ho nostalgia dei bei, vecchi tempi della Santa Inquisizione. Quei tosti domenicani erano meno noiosi del frate e del sagrestano “ adulti“ che, entusiasti, acclamano il miscredente“.
Ma sì, sarebbe facile sorridere del masochismo clericale, cui peraltro siamo ormai rassegnati. Qui, però, occorre forse riconoscere delle attenuanti. In effetti, a una prima lettura il film della regista austriaca (la solita ex-cattolica: l’Occidente ne è ormai pieno) pare accattivante per i devoti. Non c’è nulla dell’anticlericalismo di un Emile Zola che si intrufolò, da anonimo, nel Pellegrinaggio Nazionale francese e ne trasse il suo fazioso romanzo, dove tutto inizia, per lui, da “une pauvre idiote“, da una piccola isterica chiamata Bernadette. Nulla, qui, delle invettive delle Logge ottocentesche, che chiedevano la chiusura manu militari di Lourdes “per abuso della credulità pubblica“, nonché per “ragioni igieniche“. Il vecchio mangiapretismo vociferante ha fatto posto, nella Hausner, a un ateismo radicale, ma politically correct. E una simile negazione della fede -durissima nei contenuti, ma molto soft nei modi- può avere depistato i clericali entusiasti. L’ateismo, peraltro onestamente dichiarato nelle interviste, non sta tanto nella barzelletta del capo dei Cavalieri hospitaliers (la Madonna che vuole andare a Lourdes, perché non vi è mai stata), battuta un po’ blasfema che svela l’incredulità di quei volontari. Non sta tanto nei dubbi dei pellegrini, nel loro spiarsi invidiosi, ciascuno temendo che il vicino di stanza sia guarito e lui no. E non sta neppure in quei cappellani che, alle domande dei malati, replicano con slogan, quasi fossero distributori automatici di risposte apologetiche. No, l’ateismo radicale del film sta nell’annuncio che il cristianesimo è morto, perché proprio la cartina di tornasole di Lourdes rivela che sono morte le tre virtù teologali che lo sorreggevano: morta la Fede, morta la Speranza, morta anche la Carità, malgrado le apparenze di chi, come i volontari, sembra esercitarla. Ma per amore di sé, non dei bisognosi. Per sfuggire alla noia, per trovare un senso o un marito, più che per aiutare il prossimo.
Papa Giovanni definì Lourdes, che molto amava, “una finestra che si è spalancata all’improvviso, mostrandoci il Cielo“. La Hausner, quella finestra la chiude: da qui, la mancanza di luce, il senso di oppressione, la claustrofobia, il nero che segnano tutta la sua pellicola. Quel Cielo di Roncalli è ormai sbarrato, uccidendo la Speranza.
L’esplosione gioiosa dell’alba della Risurrezione è rimossa a favore di una routine devozionale grigia, noiosa, segretamente ipocrita. Ma è sul serio così? Chi ha esperienza vera di Lourdes sa (e non è retorica) che questo è il regno del dolore ma anche della gioia; della disperazione e della speranza; del dubbio e della fede; dell’egoismo di mercanti, osti, professionisti dell’assistenza e della generosità di infiniti anonimi. Un impasto contradditorio, certo, ma pieno di vita e plasmato, malgrado tutto, da una fede tenace, che non si arrende. Vi sono talvolta nubi, sui Pirenei. Ma, ancor più spesso, vi splende un sole caldo. La Hausner ha le sue ragioni, cui va il nostro rispetto. Ma, attorno alla Grotta –quella vera, non quella della ex allieva delle suore che ha perso la fede- c’è un braciere che continua ad ardere, simboleggiato dalle mille candele accese giorno e notte, da 150 anni. Non c’è il cero ormai spento, o solo fumigante, che vorrebbe questo film, tanto eccellente nella tecnica quanto unilaterale nei contenuti.
Vittorio Messori, Corriere della Sera del 12 febbraio 2010
Posted by etendard at 4:08 PM
http://etendard.blogspot.com/2010/02/una-lourdes-troppo-buia-per-essere-vera.html
Premiato dall' associazione degli agnostici ma anche dai cattolici
Lourdes, il film «ateo» che piace alla Curia
Di Foschini Paolo
http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/11/Lourdes_film_ateo_che_piace_co_7_100211023.shtml
FILM LOURDES
Di Jessica Hausner
La diocesi di Milano sponsorizza il film diffondendolo nelle sale parrochiali:
OFTAL DIOCESI MILANO
Mercoledì 10 febbraio dalle ore 10 presso il cinema “Palestrina” di Milano (via Palestrina 7 - MM2 Loreto) si terrà una proiezione speciale del film “Lourdes”.
La proiezione - particolarmente rivolta a sacerdoti, volontari delle Sale della Comunità e associazioni di volontariato ,tra cui la nostra OFTAL, sarà accompagnata da un dibattito e da un aperitivo. Tra gli altri interverranno:
Monsignor Dario Edoardo Viganò, Presidente Ente per lo Spettacolo;
Monsignor Franco Giulio Brambilla, Vicario Episcopale per la Cultura;
Don Renato Fiazza, Delegato del Segretariato pellegrinaggi italiani.
Per accreditarsi è necessario scrivere o telefonare a
e-mail: cinema@chiesadimilano.it oppure tel. 02/67131678
Il film, presentato in Concorso alla 66° Mostra del Cinema di Venezia, narra di un pellegrinaggio a Lourdes. Tra i pellegrini ci sono malati e persone sane, che intraprendono questo viaggio nella speranza di trovare un conforto spirituale o perché sono alla ricerca di una guarigione corporale. La protagonista del film è Christine, inchiodata alla sedia a rotelle da una malattia incurabile. Lo spettatore viaggia insieme a lei, scopre Lourdes attraverso i suoi occhi e si immedesima nel suo desiderio di allacciare legami sociali e affettivi con gli altri. La vita della giovane donna è stata sconvolta dalla malattia, che l’ha costretta a un isolamento da cui ora desidera uscire. Vorrebbe tornare a essere « normale » e poter fare ciò che possono fare gli « altri » con disinvoltura. Maria è una giovane volontaria dell’Ordine di Malta che si prende cura di lei. Maria accompagna Christine ai bagni e alle processioni, la nutre, la lava e la aiuta a coricarsi. Christine osserva l’universo di Maria con un pizzico di invidia. Vede Maria come un’eco del suo passato e questo le infonde speranza. Ma Maria preferisce frequentare i suoi coetanei e talvolta tenta di sfuggire allo spettacolo della malattia. Christine si accontenta allora della compagnia della Signora Hartl, una sessantenne brusca e solitaria. La Signora Hartl non è andata a Lourdes per curare un male fisico ma per tentare di alleviare le sofferenze di una vita interamente trascorsa in solitudine. Prova il bisogno di dare un senso alla sua esistenza vuota, di colmare questo vuoto con una missione. Lo troverà prendendosi cura di Christine, pregando per lei. E la sua preghiera sarà esaudita : durante il soggiorno, la salute di Christine migliora miracolosamente e alla fine la donna guarisce : è di nuovo in grado di camminare. La guarigione suscita ammirazione, ma anche dubbi e gelosie. Il comitato dei medici di Lourdes è chiamato a esprimersi sul miracolo. Il verdetto è incerto, in quanto la malattia di Christine è imprevedibile : le sue condizioni possono migliorare notevolmente ma anche aggravarsi con altrettanta facilità. Christine si aggrappa a questa nuova occasione di felicità, pur temendo che possa rivelarsi effimera.
Approfondimenti: la scheda del film a cura dell’ACEC
Scritto da Redazione OFTAL \\ tags: Anteprima, Diocesi di Milano, Lourdes
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