ARTICOLI CHE PARLANO DI OPERE CONTRO LA FEDE CRISTIANA E ARTICOLI CHE DIFENDONO LA FEDE CRISTIANA.

sabato 13 febbraio 2010

La buona novella di Fabrizio De Andrè-Opera blasfema falsa

La buona novella di Fabrizio De Andrè.

L'album nato dalla lettura di alcuni vangeli apocrifi - in particolare il Protovangelo di Giacomo e Il vangelo arabo dell’infanzia - e pubblicato nell’autunno rivoluzionario del 1970,
divenne uno dei dischi più controversi del cantautore italiano. Innanzitutto perché affrontava il tema religioso nel periodo di piena rivolta studentesca, poi perché individuava nella figura di Gesù Cristo una forte carica sovversiva.
Due versi di Laudate hominem, ultimo brano dell’album, divennero presto il manifesto de La buona novella.

La buona novella: “Non voglio pensarti figlio di Dio ma figlio dell’uomo, fratello anche mio”.
De Andrè raccontava la carnalità e la forte umanità dei testi evangelici e della figura del Cristo,
“perché se lo sì considera un dio non sì può imitare; se lo si considera un uomo, sì”.


http://www.exibart.com:80/notizia.asp?IDNotizia=29941&IDCategoria=1

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La buona novella
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La buona novella (1970) è il quarto album registrato in studio di Fabrizio De André


Quando gli fu chiesto per quale assurdo motivo, negli anni della contestazione giovanile, un cantautore rivoluzionario come lui avesse scritto un concept album dedicato a Gesù Cristo, lui rispose:"Perché Gesù Cristo è il più grande rivoluzionario della storia!". Pertanto la scelta di puntare sui Vangeli apocrifi come traccia da seguire per elaborare la trama del disco. Un modo questo per scoprire la vocazione umana, terrena, a volte quasi sofferente, dolorante e quindi poi provocatoria e rivoluzionaria della figura storica di Gesù di Nazareth. La narrazione, introdotta da un Laudate Dominum, inizia raccontando L'infanzia di Maria: la piccola Maria vive un'infanzia terribile segregata nel tempio ("dicono fosse un angelo a raccontarti le ore, a misurarti il tempo fra cibo e Signore"); l'impurità delle prime mestruazioni ("ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso") provocò il suo allontanamento e la scelta forzata di uno sposo; il matrimonio avviene con un uomo buono ma vecchio, il falegname Giuseppe ("la diedero in sposa a dita troppo secche per chiudersi su una rosa") che la sposa per dovere e la deve poi lasciare per quattro anni per lavoro.

Ne Il ritorno di Giuseppe si può cogliere la fatica della vita di Giuseppe; nel suo ritorno a casa porta una bambola per Maria, e la trova implorante affetto e attenzione. Il sogno di Maria riporta la scena nel tempio. In un sogno l'angelo che usava farle visita la porta in volo lontano "là dove il giorno si perde"; lì le dà la notizia della futura nascita di un bimbo; il testo allude ad un concepimento più terreno di quello raccontato dai vangeli canonici. Al risveglio Maria capisce di essere incinta ("parole confuse nella mia mente, svanite in un sogno ma impresse nel ventre") e si scioglie in pianto.

La maternità inaspettata ("ave alle donne come te Maria, femmine un giorno e poi madri per sempre"), si esprime in Ave Maria, un omaggio alla donna nel momento del concepimento.

Dalla letizia che traspare in Ave Maria il passaggio a Maria nella bottega del falegname è drastico: il ritmo dato dalla pialla e dal martello scandiscono il dolore straziante del falegname che costruisce la croce ("tre croci, due per chi disertò per rubare, la più grande per chi guerra insegnò a disertare") con la quale il figlio di Maria ed i due ladroni verranno crocifissi. Infine sotto la croce stessa: "non fossi stato figlio di Dio t'avrei ancora per figlio mio". Questo aspetto è completamente trascurato dai Vangeli canonici. La via della croce è una delle canzoni in cui Fabrizio lascia trasparire i suoi pensieri e i suoi sentimenti anarchici: "il potere vestito d'umana sembianza ormai ti considera morto abbastanza".

Ne Il testamento di Tito vengono elencati i dieci comandamenti, analizzati dall'inedito punto di vista di Tito, il ladrone pentito crocifisso accanto a Gesù; i nomi dei ladroni variano da vangelo a vangelo (Dimaco, Tito, Disma e Gesta): Tito è il ladrone buono nel vangelo arabo dell'infanzia. Per quanto riguarda la musica, la prima strofa incomincia semplicemente con la voce ed un leggero accompagnamento con la chitarra, crescendo sempre più in strumenti e accompagnamenti fino all'ultima strofa.

L'opera termina con una sorta di canto liturgico che incita a lodare l'uomo, e non in quanto figlio di un dio, ma in quanto figlio di un altro uomo, quindi fratello.

http://it.wikipedia.org/wiki/La_buona_novella

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CENTRO ANTI-BLASFEMIA

Quanta ignoranza e bestemmia, ecco De Andrè dice di ispirarsi agli Apocrifi per rendere Gesù e i suoi genitori più

umani, niente di più falso, perché proprio questi Vangeli come il Protovangelo di Giacomo ed il Vangelo Arabo dell'infanzia,

rendono Gesù ed i suoi genitori ancora più gloriosi e divini rispetto ai Vangeli Canonici.

Quindi è De Andrè che rende Gesù ed i suoi genitori più umani, e nel farlo li rende sciocchi e ridicoli,

viene fuori un romanzo falso e blasfemo, dove ci sono spunti presi dagli Apocrifi ma il resto è disprezzo verso

la sacralità del Vangelo, di Gesù e dei suoi genitori. Specialmente la madre di Gesù viene profanata senza rispetto:

(l'impurità delle prime mestruazioni "ma per i sacerdoti fu colpa il tuo maggio, la tua verginità che si tingeva di rosso") !

Vediamo che De Andrè vuol un Gesù umano e non divino per poterlo imitare, quanta arroganza!

Gesù non lo possiamo costruire a nostro piacimento, ma per la nostra salvezza dobbiamo credere il vero Gesù,

quello dei Vangeli Canonici, il Figlio di Dio, la terza persona della S.S.Trinità.

Un Gesù umano inventato, non ci salva e non ci serve, è solo inutile bestemmia.



http://sites.google.com/site/centroantiblasfemia/Home/la-buona-novella-di-fabrizio-de-andre

2 commenti:

Unknown ha detto...

io penso che semplicemente dovreste rispettare la posizione dei uno dei più grandi cantautori italiani, amato anche da credenti fermamente convinti.. non avete il diritto di prendere un capolavoro come "la buona novella" e ridurlo a una specie di "stupida commedietta in cui si mette alla berlina Gesù Cristo".. senza dubbio Fabrizio ha usato a dovere le sue fonti, perchè aveva il dono di una mente osservatrice e aperta, a differenza della vostra, abituata a evitare la riflessione e il ragionamento perchè costruita su convinzioni chiuse in modo rigoroso... I vangeli apocrifi sono aperti a qualsiasi interpretazione, voi non avete nessuna priorità! buona giornata

sdx ha detto...

Ritengo che nessun cantautore, come nessun altra persona, possa permettersi di pubblicare testi in cui dubita di dogmi di fede. E' inaccettabile.