ARTICOLI CHE PARLANO DI OPERE CONTRO LA FEDE CRISTIANA E ARTICOLI CHE DIFENDONO LA FEDE CRISTIANA.

sabato 10 dicembre 2011

Sul concetto di spiritualità. Klp intervista Romeo Castellucci

Sul concetto di spiritualità. Klp intervista Romeo Castellucci Lunedì 03 Gennaio 2011 10:03 Francesca Leoni Una scena completamente bianca e asettica: un appartamento moderno e minimalista (anche se l'eccesso di bianco richiama un ospedale); a destra un letto e a sinistra un salotto. Un signore anziano, avvolto in un accappatoio sempre rigorosamente bianco, guarda impassibile la tv. Entra il figlio, forse un single in carriera, che si ritrova a dover accudire il padre. Il tutto sembrerebbe il ritratto di una realtà quotidiana, se dietro non aleggiasse la figura del Cristo dipinto da Antonello da Messina, sfondo scenico, immagine scelta soprattutto per il suo sguardo frontale. La figura sembra fissare il pubblico, interrogandolo su cosa accadrà. Uno sguardo, quello del Salvator Mundi (la cui tela originale è custodita alla National Gallery di Londra) che diventerà "una sorta di luce che illumina una serie di azioni umane, buone, cattive, schifose o innocenti". Il quadro di apparente normalità, dove un figlio controlla le medicine del padre prima di uscire, cambia quando il padre inizia ad avere un attacco irrefrenabile di dissenteria. Inizia così un calvario per entrambi, con il figlio che tenta di ripulire lo sporco lasciato dal padre e con quest'ultimo umiliato dalla situazione. L'impatto, oltre ad essere visivo, diventa anche olfattivo. Il pubblico non tarda a sentire l'odore degli escrementi, che lasciano macchie e tracce ovunque nonostante il tentativo del figlio di ripulire tutto, facendo attenzione a non sporcarsi la cravatta e gli abiti da lavoro. Le reazioni degli spettatori sono diverse, da chi si copre il naso con qualche indumento a chi non riesce a trattenere il sorriso, ma sono davvero in pochi a rimanere indifferenti. In questo crudele girotondo vitale si ha la percezione di partecipare ad un momento di vita vera, nella sua crudeltà e debolezza, nel disagio e malessere profondo che vi sono rappresentati. Poi il figlio esce di scena e il padre, sdraiato sul letto bianco, si cosparge letteralmente del liquido marrone. In altre versioni era lo stesso Romeo Castellucci, mente e regia di quest'ultimo conturbante lavoro, a salire sul palco versando il liquido sul vecchio e assumendo, secondo alcune interpretazioni, il ruolo del figlio. Da qui in avanti, dopo l'uscita di scena degli attori (Sergio Scarlatella e Gianni Plazzi, presenze storiche del teatro della Socìetas Raffaello Sanzio), lo spettacolo prende un'altra direzione, calcando l'atmosfera surreale grazie anche alle musiche di Scott Gibbons. Il volto di Cristo, che fino ad allora aveva solo osservato, inizia a colare liquido marrone come fosse sangue, e ad autodistruggersi, per poi lasciar spazio alla scritta "You're not my sheperd" ("Non sei il mio pastore"). L’umiliazione della quotidianità, assunta dal figlio di Dio, viene in questo modo riscattata? Non è di certo l'unica domanda che i cinquanta minuti di spettacolo pongono. Molteplici le interpretazioni: politica, esistenziale, psicologica, analitica... Come ha dichiarato Castellucci stesso, "l’utilizzo di elementi semplici, consoni alla quotidianità di tutti, apre le porte alla libera interpretazione dello spettatore, che può incarnarli con il proprio vissuto". Non è la denuncia sociale, comunque, ciò su cui vuol portare l'attenzione il regista, né servire al pubblico una semplice provocazione. Nelle intenzioni, semmai, offrire "un uomo messo a nudo davanti ad altri uomini, i quali, a loro volta, sono messi a nudo da quell'uomo". L'artista, come altri grandi prima di lui, si confronta con un'icona della storia dell'uomo, oltre che delle religioni. Del resto il suo lavoro già in passato ha richiamato tematiche spirituali, e così proseguirà. "Sul concetto di Volto nel figlio di Dio" è infatti parte di un’opera più ampia, "J. (di Jesus)". Abbiamo incontrato Castellucci a Cesena, nell'ambito del festival Màntica - Esercizi di voce umana, svoltosi al Teatro Comandini dal 16 al 28 novembre scorso. Oltre a presentare il suo ultimo lavoro, è stato anche impegnato in un laboratorio di due giorni ispirato agli esercizi spirituali di Ignazio di Loyola ed alla costruzione di uno spazio mentale a partire dal nulla. http://www.klpteatro.it/romeo-castellucci-intervista http://www.youtube.com/watch?v=P2KHuh9bulo&feature=related ------------------------------------------------------- EDITORIALE: la protesta cattolica contro gli spettacoli blasfemi in Francia (di Fabrizio Cannone) La stampa italiana “Repubblica”, “Corriere della Sera”, etc. e internazionale “Le Monde” da qualche settimana non fa che criticare e censurare duramente le legittime proteste scatenatesi a Parigi a causa dell’opera teatrale, blasfema e provocatoria, del “regista” italiano Romeo Castellucci. L’opera, dal titolo Sul concetto di volto nel figlio di Dio, è stata rappresentata per qualche tempo al Théatre de la Ville di Parigi e ora si è sposata a Rennes, per fare in seguito, pare, il giro dei teatri francesi di maggior notorietà. Da subito numerosi (e pacifici) militanti cattolici, di varia estrazione e sensibilità, hanno reagito organizzando manifestazioni di protesta sia davanti al teatro che nei luoghi simbolici della capitale francese. L’idea di mettere sullo sfondo di un’opera teatrale una gigantografia di Gesù, come rappresentato da Antonello da Messina, potrebbe sembrare qualcosa di bello e di “spirituale”, ma la pièce non tratta direttamente di temi religiosi e descrive il rapporto morboso e ambiguo tra un padre incontinente e l’unico figlio, costretto a svolgere mansioni di infermiere e di domestico. La fine dell’opera, in un crescendo di non-senso tipico dell’arte moderna, mostra dei bambini che, inopinatamente, lanciano contro il Sacro Volto che giganteggia alle loro spalle, escrementi, liquami vari ed ogni infame sostanza, offendendo evidentemente, oltre allo spirito cristiano, anche il senso naturale di decoro e la stessa dignità della vera arte. Alcuni ambienti cattolici francesi hanno realizzato fin da subito dei reportage sull’opera (cfr. “Présent”, “Avenir de la Culture”, etc.) dimostrando in modo chiaro il significato non solo meramente blasfemo e dunque offensivo della pièce, ma anche il suo carattere gnostico e “satanico”, consistente nell’attribuire a Dio il male presente nel mondo. Sul quotidiano “La Repubblica” (1 novembre 2011) tre pagine sono state dedicate alla querelle, distorcendo completamente la realtà dei fatti e trasformando i manifestanti cristiani in violenti integralisti o addirittura in “crociati” (p. 30). Davanti a queste forme “culturali” di anti-cristianesimo, o di “cristianofobia”, che dovrebbero fare i cattolici (e tutte le persone di buon senso e di retti costumi)? Starsene passivi a casa? Arrivare a giustificare la pubblica offesa a Cristo, come ha tentato di fare il quotidiano francese di ispirazione cattolica “La Croix”? Certamente se il laicismo aggressivo, di cui il Papa parla spesso in termini di “dittatura del relativismo”, non sarà combattuto e bilanciato da manifestazioni di questo tipo, esso diverrà sempre più arrogante e violento, perseguitando la Chiesa, i cattolici e tutti i credenti. Non può non destare meraviglia inoltre che un noto sociologo come Massimo Introvigne, ufficialmente impegnato in sede europea a denunciare le manifestazioni di intolleranza verso i cristiani, assuma una posizione intermedia tra i cattolici indignati e gli anticlericali laicisti (cfr. “Bussolaonline”, 5 novembre 2011). Se da un lato egli minimizza la gravità dell’opera teatrale, quasi che lanciare escrementi sul Volto di Cristo non costituisca oltraggio e discriminazione anti-cristiana, dall’altro censura i manifestanti, i quali sarebbero marginali nella Chiesa e nella società, e avrebbero posizioni non sempre condivisibili. Oggi, in realtà, sono tutti i cattolici, in Europa, e non solo i più intransigenti, a subire una feroce emarginazione da parte del potere laico egemone Ciò accadrà sempre più se mancheranno le proteste davanti agli attacchi continui fatti alla Chiesa, al Papa e alla fede cristiana. (Fabrizio Cannone) Articoli Correlati: Proteste cattoliche in Francia contro uno spettacolo blasfemo OLTRAGGI BLASFEMI: di nuovo un attacco a Gesù in scena ad Avignone Artisti blasfemi, ovvero artisti senza idee CINA: Pechino ammette la protesta dei monaci tibetani COMUNISMO: massiccia protesta in Colombia contro le FARC Sorpasso islamico in Francia EDITORIALE: cercasi urgentemente vaccino contro i virus mediatici della fede OLTRAGGI BLASFEMI: proteste contro una mostra del Museo del Duomo di Vienna OLTRAGGI BLASFEMI: islamici profanano l’ostia consacrata CHIESA CATTOLICA: Chiesa e cattolicesimo in Francia CULTURA: rievocate anche in Francia le vittorie contro l’Islam OLTRAGGI BLASFEMI: la nuova pubblicità di Toscani OLTRAGGI BLASFEMI: scandalosi cartelloni pubblicitari in Toscana EDITORIALE: i “trenta denari” del Piss Christ ABORTO: la Francia si sveglia Questa voce è stata pubblicata in 1215, Corrispondenza romana, (di Fabrizio Cannone) La stampa italiana “Repubblica”, “Corriere della Sera”, etc. e internazionale “Le Monde” da qualche settimana non fa che criticare e censurare duramente le legittime proteste scatenatesi a Parigi a causa dell’opera teatrale, blasfema e provocatoria, del “regista” italiano Romeo Castellucci. L’opera, dal titolo Sul concetto di volto nel figlio di Dio, è stata rappresentata per qualche tempo al Théatre de la Ville di Parigi e ora si è sposata a Rennes, per fare in seguito, pare, il giro dei teatri francesi di maggior notorietà. Da subito numerosi (e pacifici) militanti cattolici, di varia estrazione e sensibilità, hanno reagito organizzando manifestazioni di protesta sia davanti al teatro che nei luoghi simbolici della capitale francese. L’idea di mettere sullo sfondo di un’opera teatrale una gigantografia di Gesù, come rappresentato da Antonello da Messina, potrebbe sembrare qualcosa di bello e di “spirituale”, ma la pièce non tratta direttamente di temi religiosi e descrive il rapporto morboso e ambiguo tra un padre incontinente e l’unico figlio, costretto a svolgere mansioni di infermiere e di domestico. La fine dell’opera, in un crescendo di non-senso tipico dell’arte moderna, mostra dei bambini che, inopinatamente, lanciano contro il Sacro Volto che giganteggia alle loro spalle, escrementi, liquami vari ed ogni infame sostanza, offendendo evidentemente, oltre allo spirito cristiano, anche il senso naturale di decoro e la stessa dignità della vera arte. Alcuni ambienti cattolici francesi hanno realizzato fin da subito dei reportage sull’opera (cfr. “Présent”, “Avenir de la Culture”, etc.) dimostrando in modo chiaro il significato non solo meramente blasfemo e dunque offensivo della pièce, ma anche il suo carattere gnostico e “satanico”, consistente nell’attribuire a Dio il male presente nel mondo. Sul quotidiano “La Repubblica” (1 novembre 2011) tre pagine sono state dedicate alla querelle, distorcendo completamente la realtà dei fatti e trasformando i manifestanti cristiani in violenti integralisti o addirittura in “crociati” (p. 30). Davanti a queste forme “culturali” di anti-cristianesimo, o di “cristianofobia”, che dovrebbero fare i cattolici (e tutte le persone di buon senso e di retti costumi)? Starsene passivi a casa? Arrivare a giustificare la pubblica offesa a Cristo, come ha tentato di fare il quotidiano francese di ispirazione cattolica “La Croix”? Certamente se il laicismo aggressivo, di cui il Papa parla spesso in termini di “dittatura del relativismo”, non sarà combattuto e bilanciato da manifestazioni di questo tipo, esso diverrà sempre più arrogante e violento, perseguitando la Chiesa, i cattolici e tutti i credenti. Non può non destare meraviglia inoltre che un noto sociologo come Massimo Introvigne, ufficialmente impegnato in sede europea a denunciare le manifestazioni di intolleranza verso i cristiani, assuma una posizione intermedia tra i cattolici indignati e gli anticlericali laicisti (cfr. “Bussolaonline”, 5 novembre 2011). Se da un lato egli minimizza la gravità dell’opera teatrale, quasi che lanciare escrementi sul Volto di Cristo non costituisca oltraggio e discriminazione anti-cristiana, dall’altro censura i manifestanti, i quali sarebbero marginali nella Chiesa e nella società, e avrebbero posizioni non sempre condivisibili. Oggi, in realtà, sono tutti i cattolici, in Europa, e non solo i più intransigenti, a subire una feroce emarginazione da parte del potere laico egemone Ciò accadrà sempre più se mancheranno le proteste davanti agli attacchi continui fatti alla Chiesa, al Papa e alla fede cristiana. (Fabrizio Cannone) Articoli Correlati: Proteste cattoliche in Francia contro uno spettacolo blasfemo OLTRAGGI BLASFEMI: di nuovo un attacco a Gesù in scena ad Avignone Artisti blasfemi, ovvero artisti senza idee CINA: Pechino ammette la protesta dei monaci tibetani COMUNISMO: massiccia protesta in Colombia contro le FARC Sorpasso islamico in Francia EDITORIALE: cercasi urgentemente vaccino contro i virus mediatici della fede OLTRAGGI BLASFEMI: proteste contro una mostra del Museo del Duomo di Vienna OLTRAGGI BLASFEMI: islamici profanano l’ostia consacrata CHIESA CATTOLICA: Chiesa e cattolicesimo in Francia CULTURA: rievocate anche in Francia le vittorie contro l’Islam OLTRAGGI BLASFEMI: la nuova pubblicità di Toscani OLTRAGGI BLASFEMI: scandalosi cartelloni pubblicitari in Toscana EDITORIALE: i “trenta denari” del Piss Christ ABORTO: la Francia si sveglia Questa voce è stata pubblicata in 1215, Corrispondenza romana, Editoriali, Oltraggi Blasfemi, Relativismo e contrassegnata con blasfemia, Francia, relativismo. 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