ARTICOLI CHE PARLANO DI OPERE CONTRO LA FEDE CRISTIANA E ARTICOLI CHE DIFENDONO LA FEDE CRISTIANA.

mercoledì 3 settembre 2008

ROMANZO: DAL VANGELO SECONDO GESU'-OVVERO SECONDO JACOMUZZI

CENTRO ANTI-BLASFEMIA
SIAMO CONTRARI AI ROMANZI CHE FANNO PARLARE GESU' IN PRIMA PERSONA
E FANNO RACCONTARE INVENZIONI A GESU' E AGLI APOSTOLI
ALLA LUCE DEL VANGELO RISULTANO BLASFEMI ED INUTILI
GESU' VUOLE CHE PREDICHIAMO LE SUE VERE PAROLE IL VANGELO
E NON PAROLE INVENTATI DA UOMINI !
INFATTI MENTRE IL VANGELO E' PIENO DI GIUSTIZIA SAPIENZA VERITA' E SANTITA'
I ROMANZI ALLA FINE SONO FANTASIA INUTILE !
IL GIORNO DEL GIUDIZIO GESU' CONDANNERA' QUESTI MALFSATTORI
I QUALI FANNO DIRE E FARE AL SIGNORE COSE SCIOCCHE DA LORO INVENTATE !

http://groups.google.com:80/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it
______________________________________________
INIZIATIVE - "ROMANZI CON L’ANIMA":
ROMANZI CON L’ANIMA: "COMINCIÒ IN GALILEA", DI STEFANO JACOMUZZI

DAL VANGELO SECONDO GESÙ

Nel suo "romanzo d’addio", alternando la voce dell’apostolo Andrea con le parole del Cristo, lo scrittore fa parlare Gesù in prima persona.
E gli fa dire: «Dio e l’uomo hanno fatto insieme nido nel mio cuore».


È stata determinante la presenza di Stefano Jacomuzzi nella cultura italiana degli ultimi quarant’anni del Novecento: una voce che si è espressa in molte forme, da quella dello studioso e del critico vigoroso, a quella dell’appassionato di sport, fino a essere anche narratore purissimo, di grande grazia e perfetta levatura stilistica.

Era nato a Novi Ligure, in provincia di Alessandria, il 3 ottobre 1924. Figlio di un ufficiale dell’Esercito, si era laureato in Lettere moderne a Torino, nel 1947. Dopo aver insegnato in alcuni licei piemontesi, fu a lungo ordinario di Storia della letteratura moderna e contemporanea all’Università di Torino. Con il fratello Angelo, a sua volta ordinario di Storia della critica letteraria presso lo stesso ateneo, aveva costituito un fedele sodalizio intellettuale.

Autore di numerose edizioni critiche, si era occupato, in particolare, di Dante e Manzoni, di aspetti e figure del Cinquecento, di Annibal Caro, Alfieri, Tommaseo, della memorialistica garibaldina, di D’Annunzio, di Corazzini e di Dino Buzzati.

Un interesse speciale lo aveva per le "letterature", diciamo così, "di settore", vale a dire specifiche di un preciso argomento; così non sono mancati gli studi sulla letteratura "militare", su quella della "montagna", oltre a quelli riguardanti il fenomeno e la pratica sportiva. Per Utet escono, già tra il 1964 e il 1965, i tre volumi dedicati agli sport, nei quali vengono forniti da Jacomuzzi anche, per ogni disciplina, regole e norme.


L'incredulità di san Tommaso, di F. Overbeck (foto L. Riva).

Ha ragione chi ha sottolineato, su un blog, che Jacomuzzi è stato «il primo docente di letteratura italiana ad aver "accettato" la letteratura sportiva, e a portarla come materia di esame e di tesi di laurea». Resta, ancora oggi, una pietra miliare del settore un altro suo libro, uscito per Einaudi nel 1976, la Storia delle Olimpiadi, da quella di Atene del 1896, la prima Olimpiade dell’età moderna, a quella di Montreal, l’edizione canadese che si svolse l’anno in cui venne pubblicato il volume.

Al di là della rievocazione di tanti episodi, e di una dettagliata documentazione dei record (le tabelle riportano le graduatorie per nazione, mettendo in luce il cosiddetto "valore sportivo" di ognuna, ed elencano tutti i vincitori di medaglie olimpiche, con tempi e misure), quest’opera offre uno spaccato di vita contemporanea decisamente singolare. Jacomuzzi ha svolto anche un’intensa attività giornalistica per le terze pagine dei quotidiani (tra gli altri, Avvenire e Messaggero veneto), scritti ora raccolti in La scrittura felice, pubblicato dalle Edizioni dell’Orso lo scorso anno, in cui, prendendo spunto da incontri, occasioni, fatti di costume, echi di eventi piccoli e grandi della cronaca (anche letteraria), esprime le proprie considerazioni e riflessioni, a volte nel segno di una leggera ironia, altre guidato da una sorta di pietas silente.

Grandezza e vanità della vita

Negli ultimi vent’anni della sua vita si era dedicato alla narrativa, esordendo con un libro che è tuttora un piccolo gioiello della nostra letteratura più recente, Un vento sottile, che tra gli estimatori aveva trovato Claudio Magris, che ha definito Jacomuzzi, "amico supremo", artefice di una cultura cristiana "picaresca e chestertoniana". Rimase affascinato da quel libro, uscito nel 1988, anche uno scrittore di tendenza, per quegli anni, Pier Vittorio Tondelli, che aveva parlato con entusiasmo, sulle colonne di Rockstar, di questo racconto lungo, che reinventa la storia di Panama Al Brown, il pugile nero, campione mondiale dei pesi gallo e amico di Jean Cocteau, nella favolosa Parigi degli anni Trenta.

Claudio Magris, che lo ha definito «un piccolo capolavoro che fa venire in mente La leggenda del santo bevitore, di Joseph Roth», ne parla anche in uno dei suoi libri più noti, Microcosmi: «In una casa di fronte alla chiesa, Stefano Jacomuzzi ha buttato giù il primo abbozzo del suo Vento sottile, romanzo che ci dice con indimenticabile intensità la fugacità, la vanità e la grandezza della vita, la luce delle stagioni e l’avvicinarsi dell’ombra, fondendo carità e disincanto, pietas errabonda e picaresca ironia, nel sentimento di un fraterno ed epico cammino verso quel buio in cui "muoiono le metafore"».

Nel 1993 è la volta di un altro romanzo, Le storie dell’ultimo giorno, narrazione, con al centro due figure, papa Marcello Cervini e la gentildonna Giulia Gonzaga, ambientata nell’Italia degli ultimi anni del ’500. Agli intrighi storici e politici che attraversano il secolo del Concilio di Trento e dell’Inquisizione, si affiancano altri intrighi, di portata morale, quelli che coinvolgono l’anima e il fato, destinati a segnare l’inizio della coscienza moderna

L’intenso romanzo dell’addio

Nel 1996, l’anno della sua morte, a Torino, esce anche la terza prova narrativa, il libro che trovate questa settimana con il nostro giornale, Cominciò in Galilea, un intenso romanzo d’addio, in cui, da credente, Jacomuzzi sceglie di raccontare Gesù attraverso la sua stessa voce, in prima persona, senza più la mediazione di chi gli è stato vicino. «Il mio cuore si fa mite e umile per accogliere la sapienza di Dio e le ragioni degli uomini. Dio e l’uomo hanno fatto insieme nido nel mio cuore», fa dire Jacomuzzi al suo Gesù, e in questa grande umanità si trovano le ragioni che rendono questo romanzo unico e da riscoprire, un piccolo classico della nostra letteratura religiosa più recente, un esercizio spirituale in forma di racconto, attraverso il quale l’uomo si sente più vicino al Vangelo, grazie ai due piani strutturali, che mettono a confronto la testimonianza su Gesù e l’interpretazione diretta del Suo sentire.

Resta di lui «la fedeltà alla calda umanità della terra», di cui parla Magris, il quale aggiunge: «E lo è anche la sua persona, come sa chi ha la grande fortuna di avere trovato in lui un amico fraterno, capace di mostrargli la giusta strada, un amico che aiuta a percorrere insieme, con picaresca allegria, la strada diretta, per tutti, a quel buio in cui, come dice uno splendido passo del Vento sottile, muoiono tutte le metafore».



Fulvio Panzeri


CON L’AIUTO DI ANDREA
In Cominciò in Galilea, Stefano Jacomuzzi sceglie una chiave personale, di grande fedeltà alla figura di Gesù, soprattutto nell’ottica di un credente che indaga sulla sua anima di uomo, che scopre il grande mistero dell’essere Figlio di Dio. Alterna così la testimonianza di Andrea, l’apostolo che non ha mai scritto nessun Vangelo, ma al quale Jacomuzzi affida la sfida di raccontare i momenti di quella Rivelazione, cui ha assistito nella sua vita semplice, giorno per giorno, con le parole di Gesù che accoglie il suo destino di Figlio di Dio.

È la prima volta che uno scrittore fa parlare Gesù in prima persona, rimanendo fedele alla verità storica dei Vangeli, per far luce sulle ragioni di una solitudine. Infatti, fa dire al suo Cristo: «Il tempo degli uomini non può misurare la durata della mia solitudine. Io stesso non la conosco. La conosce il Padre che mi ha esposto alla prova e assegnato il luogo e gli eventi della lotta».

Avviso ai lettori
I lettori che hanno perso qualche volume, o desiderano l’intera collana, possono richiedere le copie in edicola, in parrocchia o al numero 02/48.02.75.75.



http://www.stpauls.it/fc/0836fc/0836fc64.htm

Nessun commento: