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martedì 14 aprile 2009

CHER MONSEIGNEUR, CHI DOVREBBE VERGOGNARSI DI DIRSI CATTOLICO?



lunedì 13 aprile 2009
CHER MONSEIGNEUR, CHI DOVREBBE VERGOGNARSI DI DIRSI CATTOLICO?

di Francesco Colafemmina


Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo: arte contemporanea ed arte sacra sono due mondi incompatibili. Nell'esegesi estetica ci aiuta l'ultima folie del Vescovo di Gap, Mons. Jean Michel Di Falco Leandri. Egli ha infatti invitato l'artista (si fa per dire!) inglese Paul Fryer a collocare una sua installazione nella cattedrale di Gap. Si tratta di una statua di Cristo con le piaghe della passione, adagiato su una sedia elettrica. L'opera vorrebbe scandalizzare, paragonando il supplizio infamante di Cristo alla pena capitale contemporanea più nota.


L'effetto è disgustoso, soprattutto visto che questa statua è stata posta in una cappella della cattedrale di Gap, quasi si trattasse di una reinterpretazione della crocifissione.


Le ragioni sottese a questa operazione non possono che essere le seguenti:


a. Un appello contro la pena di morte: immaginate il Cristo ammazzato con la sedia elettrica? Pensate al supplizio dei poveri condannati del Texas o della California! Un no secco alla pena di morte - solito adagio di Pannella & co., sempre pronti a difendere dalla morte anche Saddam, ma intransigenti nel perpetrare l'omicidio di Eluana (evidentemente troppi digiuni fanno male al cervello!).


b. Un metodo scandaloso di far rivivere la morte di Cristo: la croce dell'epoca viene sostituita dal contemporaneo metodo più infamante di condanna capitale. Cristo venne trattato come uno dei malfattori di oggi, come un vile criminale ed ammazzato con uno strumento di tortura omologo alla sedia elettrica.
In entrambi i casi ci troviamo però dinanzi ad un assurdo teologico. La morte di Cristo e la Sua sofferenza non si limitano all'espressione "umana" e "figurata"; affondano piuttosto in una dimensione trascendente ed inintelligibile. Cristo prendendo su di sè i peccati dell'intera umanità non ha sofferto come un comune condannato a morte, ma, - se si ha fede in Lui - ha sofferto con una intensità incredibilmente superiore alla percezione umana. Quella sofferenza è un mistero che soltanto alcuni casi straordinari ci aiutano a comprendere. Ad esempio quello di Padre Pio. Il Santo di Pietrelcina, infatti, nella sofferenza terribile con cui ripercorreva il calvario di Gesù, tendeva la propria capacità di resistere e sopportare il dolore sino all'incoscienza, alla malattia costante, allo spasimo incredibile di febbri durante le quali raggiungeva temperature corporee superiori ai 44 gradi. E questo senza avere delle sintomatologie evidenti, ma soltanto perchè in quel modo il Santo assumeva su di sè i peccati di coloro che gli chiedevano di essere salvati.


Inoltre ritenere che il supplizio della sedia elettrica possa essere più impressionante e immediato di quello della croce è non solo da miopi, ma da ignoranti. Per quanto sia capitato in rari casi ad un condannato di sopravvivere alle altissime scosse per più dei 5-10 minuti soliti, la croce riservava al condannato un supplizio molto più lungo e duro, più sanguinoso, lacerante. L'agonia di Cristo è nota per la sua durata oltre che per l'intensità.


Tutto ciò sembra essere ignorato dal Vescovo di Gap, oltre che dall'artista Paul Fryer che è passato qualche anno fa dall'attività di dj per Fendi a quella di "artista" grazie anche al sodalizio con il billionaire idiot Damian Hirst (quello delle vacche in formalina per intenderci). E se si può condonare questa "ignoranza" a Paul Fryer, non lo stesso si può fare con Sua Eccellenza. Infatti il Vescovo di Gap è stato artefice del riconoscimento delle apparizioni della Vergine di Laus nel 2008. Di queste apparizioni che risalgono alla fine del 1600, fu protagonista una semplice pastorella, Benoite Rencurel. Alla venerabile Benoite apparve nel luglio del 1673, mentre era in preghiera dinanzi ad una croce, Cristo crocifisso e ricoperto di sangue. Da quel momento Benoite sentì su di sè le pene della passione di Cristo.

Ora, è evidente la contraddizione tra il Vescovo che sostituisce il Cristo in croce con un Cristo sulla sedia elettrica e quello che spinge per la beatificazione di Benoite Rencurel. Se questo Vescovo fosse coerente dovrebbe piuttosto ispirarsi alla venerabile pastorella e non irridere la Croce in questo tempo Pasquale! E poi è quanto meno assurdo che il Vescovo in questione non si sia preoccupato di analizzare l'opera di Paul Fryer, per comprendere il senso di quel manichino che ha installato in cattedrale.


Forse avrebbe dovuto leggere una recensione dello stesso Fryer a questo "studio" intitolato "Pietà":


I see my Pieta sculpture as depicting a manifestation of the image of the crucified Christ on the electric chair, rather than Jesus in the aftermath of electrocution. It is interesting to note that the word electrocution comes from a combination of execution and electricity and was coined in the 19th century to describe this particular method of capital punishment.
Just as the cross was the preferred method of execution in the Roman Empire at the time of Christ, the electric chair was the prevalent method in 20th-century America. If the technology had existed then He would probably have been electrocuted. Had that been the case, millions of people around the world would now be wearing miniature gold and silver electric chairs on chains around their necks.
Freedom is an interesting concept. If we all had complete freedom then bad people could murder with impunity, as well as commit any number of other crimes without fear of punishment. Others might be able to mete out capital punishment and imprisonment wherever they saw fit. It would all be fairly direct. Perhaps in that future there will be a point where the self-proclaimed authorities may be able to convince murderers to kill only other murderers, thus making the concept of capital punishment redundant. Perhaps they could televise it. In front of a studio audience.
Some people think the richer or more powerful one is, the more freedom one has. I'm not so sure. Consciousness is a kind of prison of its own, and we are all bound by gravity, old age and death. Most freedom, I suspect, is in the mind. As Genet said, the trick is to learn to visualize our chains as garlands of roses.


Come è possibile notare la recensione è divisa in due parti. Nella prima, come era piuttosto scontato che fosse, Fryer rimarca il paragone fra supplizio antico e supplizio moderno. Tra l'altro va detto che una delle ossessioni dell'artista britannico è l'elettricità, tema perennemente presente nelle sue installazioni, espressione di una forza tirannica e divina.


La seconda parte - senza un apparente filo logico - passa a sviluppare il tema della libertà. Parla della necessità di un freno alla libertà e della possibilità che un giorno le autorità possano indurre i criminali ad uccidersi a vicenda. E poi passa al concetto di libertà come ideale spirituale in un mondo in cui la coscienza è vista come una sorta di prigione: "la maggiore libertà io sospetto che si trovi nella mente". Dunque, se la punizione di Cristo corrisponde alla "gravità", al peso dei vincoli che crea la vita umana, l'immagine del Cristo morto sulla sedia elettrica dovrebbe indurci a liberare la mente dai vincoli della nostra coscienza? Mah... direi che il buon Fryer ha le idee un po' confuse. D'altra parte non ha proprio lui realizzato l'opera Demon: un trittico di demoni alati imprigionati in una rete di alta tensione mentre tentano di ascendere al cielo? C'è sempre un misto di esoterismo e di linguaggio iniziatico in queste opere, concetti che stonano con il cattolicesimo, ma interessano magari altri ambienti.


Ciò detto, viene da domandarsi come mai Mons. Jean Michel Di Falco Leandri, che passa per uno dei migliori comunicatori di Francia (presiede la commissione per le comunicazioni della Conferenza Episcopale Francese) abbia trovato opportuno o stimolante sostituire al crocifisso una sedia elettrica? Perchè l'artista potrà pure essere buddhista o ateo o gnostico o rosacrociano, non importa, ciò che importa è la ragione per cui un Vescovo debba consentirgli di esporre qualcosa di osceno in una chiesa!


Jean Michel Di Falco è però un vescovo "moderno" e forse anche un "cattolico adulto". Lui ha affermato in occasione della visita del Santo Padre in Francia, l'anno scorso, di essere "turbato" dalla "liberalizzazione" della "Messa di San Pio V", aggiungendo che la Messa tradizionale è appannaggio di estremisti di destra antisemiti, razzisti e xenofobi" (uhm...proprio le accuse rivolte a Williamson e quindi ai Levebvriani e...naturalmente al Santo Padre!).


E come se non bastasse, in occasione dell'ennesima futile polemica mediatica e massonica sul preservativo, sorta all'inizio del viaggio papale in Africa, non ha potuto tapparsi la bocca ed ha dichiarato: "se non si vuole essere suicidi nè omicidi bisogna usare il preservativo".


Ma la vera perla di questa rara specie di prelato risale al 12 Marzo scorso, quando rivelava al Figaro: "Ciò che mi inquieta veramente è vedere cattolici classici, fedeli alla Chiesa, fedeli al Papa, agitati. Non capiscono più. Sono scioccati fino a confidare: in questo momento si ha vergogna di dire che siamo cattolici!"


Oggi che Di Falco stacca Cristo dalla Croce e lo depone su una sedia elettrica chi dovrebbe vergognarsi di dirsi cattolico se non proprio lui?



Pubblicato da Francesco Colafemmina a 20.22


http://fidesetforma.blogspot.com/2009/04/cher-monseigneur-chi-dovrebbe.html

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