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lunedì 24 novembre 2008

SPAGNA: VIA CROCEFISSO DA SCUOLE, LA CHIESA REAGISCE

SPAGNA: VIA CROCEFISSO DA SCUOLE, LA CHIESA REAGISCE

» 2008-11-24 14:06
SPAGNA: VIA CROCEFISSO DA SCUOLE, LA CHIESA REAGISCE
MADRID - Una sentenza che causa "dispiacere" anche perché il crocifisso "non va a ferire nessuno". Inoltre l'uso dei simboli religiosi fa parte della "libertà religiosa". Così l'arcivescovo di Valladolid Braulio Rodriguez Plaza commenta, alla Radio vaticana, la decisione di un tribunale spagnolo che ha imposto la rimozione dei crocifissi dalle aule di una scuola pubblica di Valladolid. "Per me - spiega mons. Rodriguez Plaza - la sentenza è stata un dispiacere e so che il Consiglio scolastico è formato da brave persone. Mi sembra che il Crocifisso in una cultura come la nostra non vada a ferire nessuno, perché il Crocifisso è solo amore e pace". "In base a questa sentenza - prosegue il vescovo - qualunque segno religioso potrebbe essere cancellato e tolto in qualsiasi luogo, perché potrebbe ferire la suscettibilità e la sensibilità di molta gente. Allora faccio l'esempio di una città europea come Bruges, dove ci sono angoli, vie, incroci in cui sono collocate tante piccole immagini della Vergine, di Cristo e non credo che la gente anche non religiosa, non cristiana, si dia pena per questo. Sono sicuro che mi diranno che qui la questione è diversa si tratta di un'aula, di una scuola dove stanno dei bambini. Allora, di questo passo, dovremo chiedere il permesso per dire 'Io credo in Dio e in nostro Signore Gesu' Cristò? Non lo so, se vogliamo arrivare a questo... Io - ha concluso mons. Rodriguez Plaza - voglio continuare a mostrare i simboli religiosi, perché mi pare che anche questo faccia parte della libertà religiosa a cui tutti teniamo".


SIR: EUROPA PERDE MEMORIA, CROCE FA PAURA - Una sentenza che rivela una "progressiva perdita di memoria rispetto a tradizioni e valori che hanno dato sostanza all'Europa". Così Alberto Campoleoni, esperto cattolico di questioni scolastiche, commenta in una nota per il Sir - l'agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei - la sentenza di un giudice spagnolo che ha deciso di rimuovere il crocifisso nelle aule di una scuola di Valladolid, nel Nord della Spagna. La sentenza - scrive Campoleoni - riflette un "orientamento che serpeggia in Europa e che tende a relegare sempre più la religione nell'ambito del privato". Sembra che l'Europa abbia "paura di guardare in faccia alla dimensione religiosa e al suo radicarsi storicamente nelle pieghe dei popoli e degli Stati. E' difficile pensare al crocifisso spagnolo come a una minaccia per l'educazione e lo Stato laico". E "in un'Europa che sembra credere in una laicità disincarnata, nell'equidistanza indifferente ai temi forti che pure, invece, continuano a formare le identità, anche il crocifisso fa paura. Il problema - conclude Campoleoni - è che, se soprattutto là dove si educa, nelle scuole, con i ragazzi e i giovani, non si affrontano le questioni legate alle appartenenze e alle tradizioni, anche religiose, con più difficoltà si potranno elaborare gli strumenti culturali ed etici - perché no? - per affrontare lo sviluppo di una società sempre più variegata e spesso disorientata".
Per la prima volta in Spagna una sentenza di tribunale si è pronunciata contro la presenza del crocifisso nelle aule e negli edifici comuni di una scuola pubblica, imponendone la rimozione.

CARD.CANIZARES, QUESTA E' CRISTOFOBIA - E' "in atto una cristofobia", che si configura come una "malattia sociale". Così l'arcivescovo di Toledo Antonio Canizares, in una dichiarazione sulla decisione di un giudice di Valladolid di far rimuovere i crocifissi dalle aule di una scuola pubblica della cittadina spagnola. Tra le "malattie della società " il porporato, riferisce il Sir, la agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei, indica "l'aborto, l'eutanasia, la sperimentazione sugli embrioni, e l'utilizzo degli stessi per interessi prevalentemente economici". Ma questi non sono "fatti isolati come dimostra la sentenza di soppressione in una scuola di Valladolid dei crocifissi, e altri fatti, nei quali si denota una cristofobia che, in definitiva, - rimarca il cardinale - è odio di sé stessi". "Sono tempi duri e difficili quelli che viviamo - ha commentato l'arcivescovo - e nessuno può prevedere cosa ci preserva il futuro".

LA SENTENZA - Trent'anni dopo la fine della dittatura franchista, che aveva elevato il cattolicesimo al rango di religione di stato, un giudice del tribunale di Valladolid ha ordinato a una scuola pubblica della città settentrionale di rimuovere i crocifissi affissi alle pareti, malgrado la posizione contraria del consiglio scolastico. Il giudice Alejandro Valentin ha deciso che la scuola pubblica Macias Picavea dovrà "ritirare i simboli religiosi dalle classi e dagli spazi comuni", accogliendo così la richiesta del genitore di un alunno e di una associazione locale per la difesa della scuola laica.

Il magistrato si è basato sulla costituzione spagnola che garantisce "libertà di religione e di culto", assicurando il carattere "laico e neutrale" dello Stato sulle questioni religiose. In sostanza, secondo il giudice, la presenza di simboli religiosi viola i diritti fondamentali di uguaglianza e libertà religiosa riconosciuti dalla costituzione spagnola. Il giudice ha motivato la decisione sostenendo in particolare che "la presenza di simboli" come il crocifisso laddove "ci sono minori in piena fase di formazione della personalità " potrebbe provocare nei ragazzi la sensazione "che lo Stato è più vicino alla religione cattolica rispetto ad altre confessioni".

Il che condizionerebbe la loro condotta, è scritto nella sentenza, "in una società che aspira alla tolleranza delle altre opinioni e ideali che non necessariamente coincidono con i propri". I crocifissi erano presenti nella scuola dal 1930, e più volte il consiglio di istituto si era espresso contro la loro rimozione, dopo le prime richieste pervenute già nel 2005. E' la prima volta che la giustizia spagnola prende una decisione del genere, secondo l'associazione ricorrente. Una questione simile fu affrontata a Jaen, in Andalusia, nel 2006, ma quella volta il governo regionale aveva preceduto il possibile intervento della giustizia facendo rimuovere di sua iniziativa i crocifissi da una scuola. In Spagna la costituzione del 1978 assicura il carattere anticonfessionale dello Stato e delle sue istituzioni, ma tutti i nuovi capi di governo giurano fedeltà alla costituzione stessa davanti a un crocifisso.

http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/altrenotizie/visualizza_new.html_819660143.html



Spagna/ Vescovi criticano sentenza contro crocifissi a scuola
Canizares: "Società malata"; Amigo: 'Rispettare tutti i simboli'

Madrid, 24 nov. (Apcom) - Levata di scudi della Chiesa spagnola e dell'opposizione del Partido popular (Pp) contro la sentenza del tribunale di Valladolid che ha obbligato una scuola della città castigliana a ritirare crocifissi e simboli religiosi dalle aule. Il più duro è stato oggi il cardinale di Toledo Antonio Canizares, notoriamente uno dei 'falchi' della gerarchia ecclesiastica spagnola: "La nostra società è malata, molto malata, e non possiamo nasconderlo", ha detto il porporato, secondo cui quel che è accaduto a Valladolid o il rifiuto della camera dei deputati nei giorni scorsi di porre nell'aula una targa a ricordo di una suora "sono fatti in cui si denota una cristofobia che, in definitiva, è odio verso se stessi".

Più costruttiva è stata la reazione del cardinale di Siviglia Carlos Amigo, considerato invece una 'colomba': secondo Amigo la sentenza di Valladolid "non aiuta la convivenza". Parlando all'Assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola, l'arcivescovo della capitale andalusa ha insistito sul fatto che "l'importante è che si educhino i bambini e le bambine di Valladolid a rispettare tutti i simboli religiosi di qualsiasi religione", e che "le misure drastiche non educano le persone".

Secondo la segretaria generale del Partido popular, Maria Dolores de Cospedal, "alla maggioranza degli spagnoli non dà fastidio che ci sia un crocifisso nelle aule". La linea ufficiale del partito è quella di accettare la sentenza, ma il presidente della giunta regionale di Castilla y Leon, Juan Vicente Herrera, anch'egli popolare, ha affermato che l'amministrazione regioale sta riflettendo sulla possibilità di fare ricorso contro la decisione. La sentenza afferma che "la presenza di questi simboli nelle zone comuni del centro educativo pubblico, in cui ricevono educazione minori in piena fase di formazione della volontà e dell'intelletto, può provocare in questi il sentimento che lo Stato sia più vicino alla confessione collegata ai simboli presenti che ad altre confessioni".

http://notizie.alice.it/notizie/esteri/2008/11_novembre/24/spagna_vescovi_criticano_sentenza_contro_crocifissi_a_scuola,16969162.html

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