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martedì 16 dicembre 2008

IL VANGELO DI GIUDA E LO GNOSTICISMO

IV. Il Vangelo di Giuda e lo Gnosticimo
a. La composizione del VdG e la retorica gnostica del negativo
L’immagine negativa dei Dodici da una parte e, al contrario, l’immagine positiva di Giuda dall’altra dicono che il VdG viene da un gruppo “cristiano” ostile alla Chiesa apostolica, o Grande Chiesa. Il punto di vista è quello di un gruppo gnostico che, accusato dalla Grande Chiesa di aver tradito il vangelo di Gesù, accetta di essere sovrapposto alla figura del traditore, trasformandolo in eroe, da anti-eroe che era.
«La scelta di Giuda riflette molto bene i crescenti sentimenti di mutua ostilità degli gnostici nei confronti degli altri cristiani, i quali alla pretesa di una superiore conoscenza rispondevano agli gnostici con l’accusa di «tradimento/eresia». Ovvio quindi che questi finissero con l’identificarsi proprio con il traditore Giuda, ribaltando con moto geniale e paradossale l’accusa: Giuda (al pari della comunità gnostica) non è il traditore ma colui che ha ricevuto da Gesù l’autentica rivelazione che fu negata agli altri discepoli».[31]
La non poco sorprendente positivizzazione di Giuda si inscrive nelle abitudini gnostiche perché, nella loro ostilità al Dio dell’AT (perché responsabile della creazione), gli gnostici selezionano nella Bibbia ebraica i protagonisti negativi e li trasformano in protagonisti positivi. Così vengono trasformati in eroi Adam(as) e Caino tratti dal ciclo dei progenitori (Gen 3-4), e poi gli abitanti di Sodoma e Gomorra ed Esaù dal ciclo dei Patriarchi (Gen 18-19; 27-33), e Core tratto dal ciclo dell’esodo (Num 16).[32]

b. La necessità di fuggire dal mondo e la liberazione di Gesù
In particolare, la positivizzazione del tradimento di Gesù nel VdG è da vedere nel quadro delle speculazioni gnostiche circa la soteriologia. Nello gnosticismo il mondo creato era visto con grande disprezzo: per un dramma cosmico di degradazione della realtà celeste, esso era divenuto una prigione per gli esseri umani. Gli dèi responsabili della creazione sono El, il cattivo dio dell’AT, e poi il suo aiutante Nebro o Jaldabaoth (che significa «ribelle, lordo di sangue») o Saklas («lo stolto»).[33]
L’uomo ha dunque bisogno di salvezza, la quale è salvezza da questo mondo ed è ritorno al mondo dello Spirito indicibile. Bisogna negare il mondo, la materia, la carne, il corpo, e per raggiungere la salvezza bisogna fuggire da questa realtà mondana.[34] Poiché per il VdG anche Gesù ha bisogno di questa liberazione, Giuda è il suo benefattore perché lo emancipa dall’umanità che lo imprigiona.

c. Novità del VdG anche rispetto alle restanti opere gnostiche conosciute
I tratti con cui Gesù viene presentato nel VdG sono in buona parte comuni agli altri scritti gnostici (inconsistenza fisica e polimorfia, rivelatore di conoscenza, il riso). Non è così né per Giuda, che non ricorre altrove quale protagonista positivo e discepolo ideale. Ma soprattutto non è così per i Dodici che qui sono protagonisti negativi, discepoli ottusi, bestemmiatori di Gesù, adoratori di un dio che non è il dio di Gesù, e sacerdoti che portano fuori strada le folle dei loro seguaci. La biblioteca di Nag Hammadi ha invece restituito scritti in cui molti dei Dodici, e poi Giacomo e Paolo, sono protagonisti positivi, privilegiati ed esemplari,[35] visionari che salgono al decimo cielo (Apocalisse di Paolo), e martiri uccisi per fedeltà all’insegnamento esoterico di Gesù (Prima Apocalisse di Giacomo, Seconda Apocalisse di Giacomo). Anche quando sono menzionati come gruppo, i Dodici figurano sempre come veri discepoli di Gesù e destinatari della sua rivelazione:

«Ora tu [Paolo sulla montagna di Gerico] andrai dai dodici apostoli, poiché essi sono gli spiriti eletti ed essi ti saluteranno. Egli alzò gli occhi e li vide: essi lo salutarono (…). Egli [salito al quarto cielo] lanciò uno sguardo verso Dio che è al di sopra della creazione. Poi guardò su in alto e vide i dodici apostoli alla sua destra e alla sua sinistra (…). La porta si aprì ed io giunsi in alto al quinto cielo. Vidi gli apostoli, miei compagni, che camminavano con me, mentre lo Spirito ci accompagnava» (Apocalisse di Paolo 19. 19-20. 21-22; Traduzione di L. Moraldi, in Le Apocalissi gnostiche, p. 66),[36]
«Ecco, vi ho rivelato il nome perfetto (…). A voi, come figli della luce, ho dato potere su ogni cosa (…)”. Così parlò loro il beato Salvatore, e scomparve da loro. Essi furono presi da grande e indescrivibile gioia nello spirito. Da quel giorno, i suoi discepoli iniziarono a predicare il vangelo di Dio, del Padre Eterno il quale è intramontabile nell’eternità» (La Sofia di Gesù Cristo 126. 127; Traduzione di L. Moraldi, in Testi gnostici, pp. 471, 472).[37]

Per spiegare differenze così profonde nei confronti degli altri scritti gnostici bisogna pensare che il VdG sia nato all’interno di un gruppo minoritario, particolarmente aggressivo. Si trattava forse di un gruppo ritenuto marginale, se non proprio ereticale, anche dal resto dell’ampio e variegato universo gnostico, il quale era bensì polemico con la Grande Chiesa, ma non con la cerchia dei discepoli di cui Gesù si era circondato.[38]



[31] G. Boccaccini, Il Vangelo di Giuda. Gnosticismo e ricerca del Gesù storico, in “Il Regno” LI (2006), 8, 222-223.

[32] Cf. Ireneo di Lione, Adversus haereses I, 31, 1: «Alii autem rursus Cain a superiore Principalitate dicunt, et Esau et Core et Sodomitas et omnes tales cognatos suos confitentur».

[33] «Così le divinità responsabili del nostro mondo sono il dio (cattivo) dell’AT, un ribelle sanguinario e un idiota» (B.D. Ehrman, «Cristianesimo capovolto», p. 95).

[34] Non per nulla i termini «fuga, fuggire, sfuggire» ricorrono non meno di 17 volte da p. 80 a p. 109 del libro curato dalla National Geographic.

[35] Cf. Preghiera dell’Apostolo Paolo, Lettera di Giacomo, Apocrifo di Giovanni, Vangelo di Tommaso, Vangelo di Filippo, L’atleta Tommaso, Prima / Seconda Apocalisse di Giacomo, Atti di Pietro e dei Dodici Apostoli, Apocalisse di Pietro, Lettera di Pietro a Filippo.

[36] L. Moraldi, Le Apocalissi gnostiche, p. 230, a commento scrive: «In uno scritto così breve gli apostoli sono menzionati sei volte, e sempre come il più nobile termine di paragone in merito alla gnosi».

[37] I Dodici nella Sofia di Gesù Cristo figurano qua e là come gruppo mentre nel corso del trattato, per interrogare il Salvatore «sulla natura del tutto e sul piano salvifico del Salvatore» (n. 80), prendono la parola individualmente Filippo, Matteo, Tommaso ecc., e ognuno di loro è presentato in luce positiva.

[38] Anche i trattati rinvenuti a Nag Hammadi non provengono da una medesima corrente gnostica: «[The Nag Hammadi collection] is not a “library” of a single group at all, but a collection of disparate works of various origins. Not all of the texts are “gnostic,” and the Gnosticism represented in the texts that are gnostic is of various types» (B.A. Pearson, «Nag Hammadi», col. 989).



http://www.gliscritti.it/approf/2007/papers/vgiuda0307.htm

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